Page 40 - Galileo. Scienziato e umanista.
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alcuna. C’è poi un’ulteriore violazione, piú mostruosa, forse, di
                tutte  le  altre:  l’erudizione.  Dante  sparge  qua  e  là,  attraverso

                l’intera commedia, elementi di astronomia, fisica, cosmologia,
                teologia, inadatti alla poesia e distruttivi del piacere.

                    Il grande dibattito su Dante raggiunse il culmine nel 1587. In
                quell’anno,  l’Accademia  Fiorentina,  fondata  nel  1540  e

                promossa  dai  Medici  per  difendere  e  propagare  la  lingua  e  la

                letteratura  toscana,  istituí  due  cattedre  di  poesia  italiana  e
                ascoltò le lodi dell’autore della Divina Commedia da parte, fra

                gli altri, di Strozzi, don Giovanni de’ Medici e Jacopo Mazzoni
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                (tav. 8) . Don Giovanni, amico di Strozzi e figlio illegittimo di
                Cosimo I, era un ingegnere poeta, un musicista, un alchimista e
                un astrologo; uomo di immense capacità, abbastanza tollerante

                da stringere amicizia con il suo bibliotecario ebreo e abbastanza
                coraggioso da sfidare Galileo su alcuni problemi di matematica

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                applicata . Mazzoni, che sarebbe diventato amico particolare e
                collega di Galileo a Pisa, nel 1588 aveva quarant’anni; era un

                «uomo,  se  mai  ve  ne  fu  altro,  in  supremo  grado  scienziato,
                cittadino  in  tutti  i  linguaggi,  maestro  perfettissimo  in  tutte  le

                facoltà». Mazzoni aveva studiato a Padova, aveva lavorato alla
                riforma del calendario, curato l’Indice dei libri proibiti, e aveva

                iniziato  a  difendere  Dante  quindici  anni  prima  della  sua
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                performance  fiorentina .  Si  dimostrò  un  grande  successo.
                Strozzi, che fu anche, per tutta la vita, un difensore di Dante,

                lodò le lezioni  di Mazzoni  descrivendolo come  dotato di  idee
                profonde e meravigliose; gli Alterati lo elessero loro membro e

                il  granduca  Ferdinando  pretese  che  accettasse  una  cattedra  a
                Pisa.  L’insegnamento  di  Mazzoni  fu  all’altezza  delle

                aspettative. Era sempre accompagnato da studenti e professori
                tranne quando cenava con la famiglia del granduca, occasioni in

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                cui  univa  al  cibo  i  propri  discorsi .  Chiamato  a  insegnare  a
                Roma da papa Clemente VIII, che nutriva una passione per la

                filosofia,  Mazzoni  stava  per  essere  fatto  vescovo  quando  la
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