Page 36 - Galileo. Scienziato e umanista.
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principio,  la  critica  di  Ariosto  e  di  Tasso  iniziò  verso  la  fine
                degli anni Ottanta del Cinquecento, quando una controversia sui

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                loro rispettivi meriti impegnò tutti i generi letterari a Firenze .
                La controversia ebbe il suo lato piú leggero quando i membri

                dell’Accademia si accapigliarono per decidere quale, fra Omero
                e Virgilio, Ariosto o Tasso, fosse stato il poeta piú grande, se il

                toscano fosse la migliore fra tutte le lingue, e se i principî della

                poetica  di  Aristotele  dovessero  regolare  i  romanzi  d’amore
                italiani. Le note e le considerazioni di Galileo fornirono a lui e

                ai  suoi  amici  le  armi  da  dispiegare  sulla  scena  italiana  della
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                guerra tra antichi e moderni .
                    Gli  Alterati  cambiavano  il  proprio  presidente,  o  reggente,
                ogni sei mesi. Durante ciascun mandato, i membri mettevano le

                proprie composizioni in un grande vaso il cui contenuto veniva
                portato  alla  luce  di  tanto  in  tanto  da  un  «censore»  e  da  un

                «difensore». Questi personaggi ufficiali dibattevano i meriti e i
                difetti dei vari componimenti di fronte all’Accademia, la quale

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                poi  ne  sceglieva  alcuni  che  voleva  ascoltare  per  intero .  Un
                frammento di Galileo sul buon gusto è indicativo del tono e del

                genere desiderato. Spiega in che modo un critico giudizioso si
                differenzia da un pedante: entrambi possono dire che una donna

                calva, sdentata e senza naso non incarna alla perfezione l’ideale

                di  bellezza  femminile;  «non  però  bellissima  si  chiamerà
                qualunque  averà  denti,  capelli  e  naso,  ma  sí  ben  quelle  che

                avranno, in queste ed in ogn’altra parte, una tale eccellenza, non
                da ogn’uno intesa, né facile ad esser descritta o rappresentata.

                L’intelligenza del pedante pare a me che termini nel numero de’
                mancamenti solamente, sí che […] sieno ad esso tutti gli occhi,

                tutte  le  bocche,  e  tutte  le  vite,  belle  egualmente:  e  senz’altro
                posporrà  una  donna  che  abbia  un  piccol  neo  ad  una  che  non

                l’abbia,  ben  che  in  quella  sieno  tutti  i  membri
                proporzionatissimi e bellissimi, ed in questa senza veruna grazia

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                e simmetria» . La bellezza non è una questione di aggiunte, ma
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