Page 34 - Galileo. Scienziato e umanista.
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dal      modo        in     cui      venivano         pizzicate.        Un’indagine
                particolarmente  interessante  mostrò  che  una  corda  d’acciaio  e

                una  di  budello  accordate  all’unisono  nell’ottava  non  si
                accordavano  perfettamente  quando  venivano  bloccate  su  un

                tasto.  La  cosa  migliore  da  fare  quando  gli  strumenti
                accompagnano dei cantanti è dimenticare i rapporti perfetti dei

                vari  modi  e  accordare  ogni  cosa  cosí  da  avere  un  pari
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                temperamento .
                    Due  affermazioni  nelle  ricerche  conclusive  di  Vincenzo

                suonano  molto  simili  a  Galileo.  Riferendosi  all’«ingenuo
                Zarlino» il padre (o il figlio) sottolinea che per ottenere un tono

                e la sua ottava simultaneamente da un’unica corda, questa deve
                essere  bloccata  a  un  terzo  della  sua  lunghezza,  e  non  a  metà.

                L’altra  affermazione  nello  stile  di  Galileo  sostiene  che  un
                passaggio  continuo  da  una  nota  all’altra  su  uno  strumento  a

                corde  privo  di  tasti  non  si  verifica  in  modo  continuo,  ma
                attraverso una serie di passi discreti cosí piccoli che l’orecchio

                non  riesce  a  distinguerli  (quasi  fossero  atomi).  Ma  la
                matematica  può  farlo:  poche  cose  non  possono  essere  pesate,

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                contate e misurate . Una di queste è la poesia.


                    2.3. Poesia.

                    La vita sociale di Galileo durante questi anni «di pausa» non
                ruotava  attorno  ai  matematici,  che  erano  pochi  in  città  oltre

                all’educatore  del  granduca,  Ricci,  il  suo  astrologo  Raffaello
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                Gualterotti  e  il  suo  costruttore  di  globi  Antonio  Santucci .
                Galileo preferiva gli uomini di lettere, nobili fiorentini come lui
                ma piú abbienti, che certo non mancavano. Due di loro svolsero

                parti importanti nella storia di Galileo. Uno, Giovanni Battista

                Ricasoli  Baroni,  giovane  studioso  affetto  da  turbe  psichiche,
                morí  giovane,  in  circostanze  di  cui  avremo  presto  modo  di

                parlare.  L’altro,  Giovanni  Battista  Strozzi  (il  Giovane),  di
                diciassette anni piú grande di Galileo, si era distinto presto tra i

                giovani  aristocratici  colti  di  Firenze.  Ci  mise  ancora  piú  di
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