Page 29 - Galileo. Scienziato e umanista.
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rappresentazione dell’essenza dei triangoli, dato che questi non
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possono essere costruiti con rette parallele ?
La maggior parte delle persone interessate a tali questioni nel
XVI secolo negava che la matematica soddisfacesse gli standard
della demonstratio potissima, in quanto non era in grado di
comprovare le proprie premesse con la certezza intuitiva
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dell’esperienza sensibile . O, nel caso le premesse venissero
accettate, le sue dimostrazioni potrebbero essere molto potenti,
ma la conoscenza che ne deriverebbe sarebbe alquanto scarsa,
perché inapplicabile al mondo sensibile; oppure ancora, se fosse
applicabile al mondo sensibile, come nel caso delle «scienze
miste» come l’astronomia, non sarebbe piú certa, dato che
l’astronomia, come tutte le scienze fisiche, doveva trarre i
propri principî dall’osservazione e dall’esperienza. I matematici
piú decisi replicavano che i loro metodi differivano da quelli
delle migliori dimostrazioni sillogistiche, ma non per questo
erano meno potentidi esse. Clavio fece propria questa posizione,
cosí come anche il suo studente Giuseppe Biancani, che sarebbe
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diventato un’autorità fra i gesuiti . Altri sostenevano che la
matematica avesse la medesima struttura logica della fisica, e
anzi possedesse dimostrazioni piú forti di essa quando veniva
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applicata alle scienze miste come l’astronomia . Riflessioni su
questioni di vita o di morte come queste aggiungevano
eccitazione all’esistenza di un matematico. Se le fosse stata
concessa pari dignità della fisica quanto a certezza e
importanza, la matematica avrebbe potuto costituire la leva
archimedea grazie alla quale un matematico, se avesse trovato
un punto d’appoggio, avrebbe potuto sollevare il mondo.
Galileo avrebbe compiuto molti sforzi e si sarebbe scontrato con
molta cattiva volontà nel tentativo di trovare un punto
d’appoggio e di azionare la leva. Egli non aveva i mezzi o la
reputazione di un marchese per avere il titolo di matematico di
corte. Rimaneva l’insegnamento: reclutò studenti privati, forse
tra i suoi amici a Firenze, certamente tra coloro che cercavano