Page 35 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Galileo a non laurearsi all’Università di Pisa: circa sette anni,
                passati  con  Borro,  Buonamici  e  altri  letterati  dilettanti.  Se

                Galileo  avesse  avuto  qualche  soldo,  per  la  propria  carriera  si
                sarebbe  trovato  di  fronte  alla  medesima  scelta  di  Strozzi:

                matrimonio,  chiesa  o  corte.  Nessuna  di  queste  vie  gli  si
                addiceva:  la  sua  innamorata  sposò  un’altra  persona,  per  la

                chiesa non aveva vocazione alcuna ed era di gran lunga troppo

                ricco per servire i Medici. Nel 1590 si trasferí a vivere con gli
                Oratoriani  a  Roma,  dove  divenne  presto  intimo  amico  di

                personaggi importanti e di prelati. Sarebbe stato di aiuto quando
                Galileo si assunse il compito di insegnare astronomia alla corte

                papale.
                    Strozzi e Ricasoli erano i punti di riferimento di un serio club

                letterario,         l’Accademia             degli        Alterati,         composta,
                etimologicamente,  da  poeti  alterati,  contorti,  falsi,  arrabbiati  e

                confusi.  Ci  sono  buone  ragioni  per  ritenere  che  Galileo  ne
                facesse  parte.  Ne  erano  membri  molti  altri  suoi  amici,  tra  cui

                Bardi,  e  sebbene  i  registri  incompleti  dell’Accademia  non
                facciano menzione di Galileo, egli era presente ad ascoltare il

                discorso funebre tenuto da Ricasoli per la morte del granduca
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                Francesco  I .  Negli  anni  successivi  agli  studi,  Galileo  si
                interessò  proprio  degli  stessi  temi  di  cui  si  occupavano  gli

                Alterati. Le cose da lui composte su tali argomenti e giunte fino
                a noi comprendono due manciate di poesie, numerose «Postille»

                alle  Rime  di  Petrarca  e  all’Orlando  furioso  di  Ariosto,
                «Considerazioni» sulla Gerusalemme liberata di Tasso, abbozzi

                per un dramma teatrale, e – sebbene non costituisca né prosa né
                poesia – due lezioni sull’Inferno di Dante, quasi nessuna delle
                                                                                              42
                quali  pubblicata  negli  anni  in  cui  venne  composta .  Con
                l’eccezione delle lezioni e di una poesia satirica, non possiamo

                essere  certi  della  data  della  loro  composizione.  Anziché
                agonizzare  in  modo  inconcludente  sulla  loro  cronologia,

                prenderemo  in  considerazione  i  suoi  scritti  «letterari»  quando
                                                                              43
                meglio si inseriranno nella storia di Galileo . In base a questo
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