Page 451 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Sant’Uffizio: sentiva infatti la pressione dei propri confratelli
domenicani a causa dell’indulgenza da lui dimostrata di fronte
alle novità. Lui e le linci romane avevano consigliato a Galileo
di ignorare Grassi questa volta, e di tornare a dedicarsi al
Dialogo 164 . Galileo riprese quindi a tormentare Simplicio.
Completò la prima bozza del proprio magnum opus nel 1629.
Questo fu anche l’anno in cui Melchior Inchofer, la terza
persona importante del caso Galileo, arrivò a Roma e iniziò la
propria veloce scalata nei favori di Urbano.
Inchofer era forse il personaggio piú anomalo nelle
avventure donchisciottesche di Galileo. Nato in Ungheria, in
una famiglia luterana, ascoltò il messaggio dei missionari
gesuiti, si convertí al cattolicesimo e, nel 1607, all’età di 22
anni, iniziò il proprio noviziato. Compiuti gli studi, venne
assegnato al collegio dei gesuiti di Messina, in Sicilia, dove
insegnò tutte le materie, dalla logica alla teologia, occupò
cariche amministrative importanti e si interessò della
corrispondenza della Vergine Maria. Secondo una leggenda
tenuta viva a Messina ma condannata come apocrifa
dall’Inquisizione, la Madre di Dio aveva istruito nella vera fede
gli abitanti della città con una lettera che esisteva ancora.
Inchofer ne mostrò l’autenticità in un grande libro in folio
pubblicato nel 1629, che attrasse subito l’attenzione estasiata
della Congregazione dell’Indice. Si infuriò invece l’arcivescovo
di Palermo, Giovanni Doria, decisamente piú vicino a Messina;
la considerò un aggravamento della contesa per il controllo
culturale dell’isola tra il centro dell’influenza spagnola, a
Palermo, e il collegio dei gesuiti a Messina. Il generale
Vitelleschi offrí a Inchofer ogni sostegno e gli ordinò di recarsi
a Roma per giustificare la pubblicazione del libro; non poté
invece sfuggire alla censura in Sicilia, dove dominava
l’Inquisizione Spagnola 165 .
Inchofer credeva davvero che Maria, dalla Galilea, fosse in
corrispondenza con gli abitanti di Messina? Il libero pensatore