Page 443 - Galileo. Scienziato e umanista.
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un’eclisse (un grande pericolo per il figlio del Sole) occorreva
semplicemente chiudersi in una camera buia e riprodurre lí lo
stato normale dei cieli, con lampade al posto dei pianeti e dei
luminari, oltre a incenso, erbe aromatiche e musica per
simboleggiare le armonie dell’universo. Il papa malato di stelle
e il suo medico astrale celebrarono assieme questi riti. Urbano
ne emerse piú in forma che mai e nell’ottobre del 1629, a Castel
Gandolfo, dimostrò tutta la propria forza nel lottare contro
Ciampoli e il suo tentativo, dettato dal buon senso, di non
cercare una rottura con il Mostro. Campanella respinse le
tragiche previsioni per l’estate del 1630 per aver trascurato gli
effetti benefici di Mercurio 133 . Aveva ragione ancora una volta:
i nemici di Campanella temettero che Urbano l’avrebbe
nominato consultore del Sant’Uffizio, o addirittura cardinale.
A tarpare le ali dell’ex galeotto pensarono il cardinale nipote
e gli speranzosi domenicani Ridolfi e Riccardi, covando un
complotto a cui le manipolazioni di Campanella avevano finito
per esporre lui stesso. Ansioso di pubblicare i propri numerosi
manoscritti, Campanella si era coltivato Ridolfi e Riccardi,
entrambi i quali avevano occupato, l’uno dopo l’altro, la
posizione piú elevata all’interno della censura romana. Fra le
cose che stava per pubblicare nel 1629 c’era un trattato
sull’astrologia in sei libri. Piú o meno nello stesso periodo
Campanella diede a Riccardi la copia di un settimo libro, Come
evitare il fato astrale. Ridolfi e Riccardi decisero di pubblicarlo:
ottennero il manoscritto dei primi sei libri dallo stampatore
francese e portarono il tutto a Roma, con il nome di un falso
editore e nessun imprimatur 134 . Un atto scandaloso per i capi
dei censori! Poiché il volume non aveva alcun permesso e
conteneva la stupida profilassi contro le eclissi che Campanella
e Urbano avevano eseguito al Quirinale, e dato che tutta Roma
sapeva che il papa aveva consultato «tale frate Campanella
domenicano, che […] oltre l’astrologia professa di
Negromantica ancora» (come si espresse l’ambasciatore