Page 440 - Galileo. Scienziato e umanista.
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lasciavano quindi spazio per l’interpretazione di Galileo – e in
                effetti,  correttamente  interpretate,  le  erano  favorevoli                    122 .  Il

                secondo pilastro, che Campanella innalza con molti sprezzanti
                mugugni,  mandava  in  pezzi  l’autorità  di  Aristotele  e  i

                «teologastri che pongono come limiti agli ingegni degli uomini
                [i suoi] scritti». Coloro che sostenevano questa opinione erano

                pazzi,  irrimediabilmente  ignoranti  o  «infastiditi  di  ridiventare

                studenti  loro  che  erano  chiamati  maestri».  Nel  connettere  la
                teologia  alla  cosmologia  aristotelica  questi  ignorantoni  non  si

                rendevano conto che questa era non solo inadeguata, in quanto
                non  era  neppure  in  grado  di  spiegare  le  soste  e  le

                retrogradazioni  dei  pianeti,  ma  anche  empia,  in  quanto
                sosteneva  l’eternità  del  mondo.  «[È]  sorprendente  quante

                prospettive, nelle quali Dio rivela il suo potere e amore, sono
                state  scoperte  da  Galileo».  Basta  con  Aristotele!  Basta  con  la

                sua peste di eresie, il suo mondo eterno, la sua anima mortale e
                il suo orribile Dio, indifferente alle nostre preghiere e schiavo

                della necessità      123 !
                    Considerate  piú  da  vicino,  le  dottrine  astronomiche  di

                Galileo,  lungi  dall’essere  eretiche,  derivano  da  Mosè                    124 .  Sí,
                certamente. La teoria copernicana risale a Pitagora, e Pitagora

                era o un ebreo o un tramite del pensiero ebraico. Quel diavolo di

                Aristotele non aveva tempo per Mosè o Pitagora, cosí Galileo è
                venuto a riscattare «la filosofia sacra di Mosè dagli insulti dei

                pagani  usando  le  argomentazioni  e  gli  strumenti  piú
                giudiziosi»     125 .  Cerchiamo  dunque  di  essere  ebrei,  o  piuttosto

                cristiani, non aristotelici, e ammettiamo con Galileo che ci sono
                montagne sulla Luna e che la maggior parte dei filosofi sono dei

                pazzi.  Galileo  non  deve  essere  condannato.  Gli  stranieri  si
                metterebbero a ridere, i teologi sarebbero fraintesi, i filosofi si

                glorierebbero.  «Galileo  non  ci  richiama  a  fare  qualcosa  di
                sbagliato, ma piuttosto a cercare la verità»               126 .

                    L’Inquisizione  romana  imprigionò  Campanella  nel  giugno
                del 1626, un mese dopo che lo Stato di Napoli lo aveva liberato.
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