Page 416 - Galileo. Scienziato e umanista.
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favola, ma dopo che avrò deposto l’abito, che forse mi troverete
                diverso  da  quello  che  mi  vedete  in  scena»;  «quasi  che  noi  ci

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                fussimo  radunati  a  contar  favole» .  Sotto  questa  armatura
                Salviati  e  Sagredo  imprecano  contro  i  peripatetici.  «Ah  viltà

                inaudita d’ingegni servili, – sospira Sagredo; – [nessuna cosa] è
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                piú  vergognosa» .  Avendo  cosí  acceso  la  buona  volontà  dei
                suoi avversari, Salviati avanza i principali argomenti in favore

                della rotazione: è piú economico che sia la Terra a girare su sé
                stessa,  che  non  tutto  il  Firmamento,  poiché  se  è  la  Terra  che

                ruota  e  i  cieli  rimangono  fissi,  le  rotazioni  celesti  hanno  un
                ordine  naturale:  esse  infatti  rallentano  progressivamente

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                passando da Mercurio alle stelle .
                    Simplicio tira fuori l’artiglieria pesante del senso comune: se

                la Terra girasse su sé stessa, lascerebbe indietro gli uccelli e le
                nuvole.  Salviati  risponde  che  tutti  gli  oggetti  sulla  Terra  o

                vicino  a  essa  partecipano  della  sua  rotazione,  e  un  moto
                condiviso  da  tutti  equivale  a  nessun  moto.  Non  è  cosí,  strilla

                Simplicio:  non  ha  forse  detto  Aristotele,  e  innumerevoli
                peripatetici dopo di lui, che un grave lasciato cadere dall’albero

                di una nave in movimento cadrebbe verso poppa, o addirittura
                in  mare?  Nient’affatto,  replica  Salviati,  sostenendo  di  aver

                ripetuto  piú  volte  l’esperimento.  Aveva  Salviati,  o  piuttosto

                Galileo, effettivamente svolto l’esperimento? Quasi: sulla via di
                Roma, nel 1624, Galileo si era goduto una gita in barca con Cesi

                e Stelluti su un lago nei pressi della villa di Cesi; la discussione
                a bordo aveva toccato l’argomentazione di Aristotele e Galileo

                aveva allora chiesto di avere qualcosa di pesante; Stelluti aveva
                offerto  il  proprio  mazzo  di  chiavi.  Galileo  le  lanciò

                verticalmente verso l’alto: sarebbero ritornate nella mano che le
                aveva lanciate o sarebbero cadute nel lago? Salviati generalizza

                quindi  questo  quasi-controllo  sperimentale  con  l’esperimento
                mentale  relativo  agli  uccelli,  alle  palle  e  ai  pesci  che  Galileo

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                aveva preparato per Ingoli .
                    Nel  frattempo  Sagredo  sta  riflettendo  su  una  delle
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