Page 411 - Galileo. Scienziato e umanista.
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villaggio di Arcetri, dove Galileo si trasferí nel 1631 in seguito
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all’esortazione di Vincenzo e di Maria Celeste . Cosí riunita, la
famiglia poteva finalmente pranzare assieme quando Galileo
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portava il cibo al tavolo degli ospiti delle monache .
Galileo confidò a Maria Celeste alcune delle speranze che
nutriva su Roma; lei incoraggiò le proprie sorelle perché si
dessero da fare per la loro realizzazione nell’unico modo in cui
potevano farlo: «In tanto noi non mancheremo di pregar
l’istesso Signore […] che gli dia gratia d’ottener quanto
desidera, pur che sia [Maria Celeste conosceva bene suo padre]
per il meglio». Le monache speravano di ricevere qualcosa in
cambio, confidavano in un po’ di elemosina e in un uomo: una
piccola somma di denaro e un confessore adatto. La loro guida
spirituale era infatti «us[o] piú a cacciar lepre che a guidar
anime». La povertà induceva la violenza: i preti non pagati per i
propri servigi tendevano a rifarsi della gentilezza presentandosi
a cena senza essere stai invitati e assumendo atteggiamenti un
po’ troppo confidenziali con le monache piú disponibili. Sembra
che Galileo riuscí a sostituire il confessore ma non ad aumentare
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la carità .
I contributi di Galileo all’economia del convento di San
Matteo – cibo dal suo orto; vino dalla sua cantina; prelibatezze
quando richieste; lana e lino per vestiti e lenzuola; donazioni e
piccole somme di denaro se gliene chiedevano; donazioni piú
consistenti in caso di bisogno (la cella per Maria Celeste, lo
scoperto di Arcangela per il cibo per il convento); un prestito
occasionale per una monaca in difficoltà – non lo misero a
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stecchetto . Ma certamente queste uscite, cui si aggiungevano
le spese per il resto della famiglia e il mantenimento di
Bellosguardo o di Arcetri, con i suoi due servitori, facevano sí
che non rimanesse molto. Non viveva in modo sontuoso:
vendeva i frutti del proprio giardino e della propria vigna
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quando la produzione superava ciò di cui aveva bisogno .
Maria Celeste pensava fosse molto generoso: «troppo siamo