Page 405 - Galileo. Scienziato e umanista.
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nuovo anno accademico al Collegio Romano, molto seguita, il
relatore principale paragonò i filosofi e i matematici
indipendenti, che si ponevano al di sopra della tradizione, ai
costruttori della torre di Babele: seminatori di confusione,
uomini che anteponevano il soddisfacimento della propria
vanità agli interessi della solidarietà dei cristiani. E lo facevano
nel momento in cui il cattolicesimo si trovava ancora una volta
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ad affrontare le eresie sul suolo tedesco ! Il 21 dicembre un
grande seminatore di confusione e discordia, l’arcivescovo
Antonio de Dominis, venne bruciato sul rogo a Roma insieme ai
suoi libri. Fortunatamente per lui, però, era già morto da tre
mesi. Era stato un matematico, un amico di Paolo Sarpi e un
apostata; era fuggito in Inghilterra, aveva abbracciato la
religione riformata ed era stato nominato, come peccatore
salvato, all’alta carica di decano di Windsor. Qui aveva fatto la
storia aiutando Sarpi a pubblicare la sua Istoria del Concilio
Tridentino, di impostazione antiromana. Turbato dal tempo e
forse dalla propria coscienza, De Dominis aveva fatto ritorno a
Roma nel 1622, aveva ritrattato, e aveva ottenuto ancora una
volta i benefici di un peccatore salvato. Per qualche tempo
aveva anche prosperato: riottenne il proprio arcivescovato e
pubblicò, fra i tanti argomenti possibili, un libro sulle maree,
per il quale Grassi fece da censore. Un rappresentante del
Sant’Uffizio particolarmente insistente era riuscito a strappargli
la dichiarazione di non tenere interamente fede ai decreti del
Concilio di Trento, e di ritenere che una riunione delle Chiese
cristiane potesse essere possibile. La sua franchezza venne
ricompensata con il carcere: imprigionato in Castel
Sant’Angelo, morí in attesa del processo. Su comando del papa,
e per dare una risposta a chi sospettava, ingenerosamente, che
fosse stato avvelenato, la lince Faber condusse l’autopsia sul
cadavere. Quello che rimase di De Dominis venne bruciato in
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Campo de’ Fiori .
Un terzo segnale fu la reazione furiosa di Grassi al