Page 401 - Galileo. Scienziato e umanista.
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filosofo naturale risultano qui evidenti. Ignorando la causa fisica
delle maree, Galileo propose come spiegazione la propria
analogia con il pendolo, che però non era niente di piú di una
metafora. Che cosa lega insieme la Luna e la Terra in modo cosí
forte, tanto da far sí che si comportino come un’unica massa in
un pendolo? A Galileo l’analogia piaceva ancora di piú per la
sua debolezza, e nel modo paradossale che tanto amava diede
alla Luna un ruolo nel dramma delle maree, «senza aver [ella]
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che fare niente né con mari né con acque» . Questo gli consentí
anche di aggirare la connessione nascosta tra i moti della Luna e
le maree diurne, e anche di lanciare una frecciatina a Keplero,
«che aveva in mano i moti attribuiti alla Terra [ma ha] dato
orecchio ed assenso a predominii della Luna sopra l’acqua, ed a
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proprietà occulte, e simili fanciullezze» . Anche il secondo
errore di valutazione di Galileo riguardava Keplero: le
argomentazioni in base alle quali questi deduceva la forma
ellittica dell’orbita della Terra escludevano la variazione
mensile come possibile causa delle disuguaglianze del moto
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della Terra .
Galileo non pensava che la spiegazione definitiva da lui
fornita per le maree fosse semplicemente una nuova bizzarria.
Quasi stesse conversando con Urbano, Salviati affermò
l’impossibilità di qualunque altra spiegazione, pur ammettendo
che il punto su cui questa si basava, cioè la differenza fra le
simultanee accelerazioni alle due estremità del fondo marino,
era alquanto «notabile». Affrontò a viso aperto anche il
problema scomodo se il moto diurno potesse da solo causare le
maree; per ottenere la risposta desiderata, Galileo fece
l’assunzione gratuita che, in assenza di una velocità annuale
considerevole, gli oceani si adatterebbero alla rotazione e
smetterebbero di sciabordare. In un’ultima applicazione della
teoria, Salviati fornisce una bella spiegazione di un’immaginaria
variazione annuale nella forza delle maree, derivante
dall’allineamento del moto diurno e di quello annuo ai solstizi e