Page 399 - Galileo. Scienziato e umanista.
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tema delle api fu l’Apiarium del 1626, un opuscolo gigantesco
                (167  ×  70  cm)  che  presenta  un  vero  e  proprio  tesoro  di

                informazioni letterarie, artistiche e scientifiche sulle api, ornato
                da  riferimenti  arcani  alla  cultura  classica  e  lodi  sperticate  a

                Urbano. Il papa non poteva guardare il proprio stemma senza
                che  gli  venissero  ricordate  le  linci  e,  come  dissero  nella

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                Melissographia, «la potenza del vetro lucidato» .
                    Di  ritorno  a  Firenze,  sovraeccitato,  Galileo  decise  che  le
                conversazioni  avute  a  Roma  indicavano  che  un  saggio  o  due,

                scritti in modo non provocatorio, avrebbero potuto ottenere una
                nuova  udienza  per  Copernico.  Seguirono  quindi  due  palloni

                sonda: il primo, un importante miglioramento della teoria delle
                maree,  rimuoveva  l’obiezione  ovvia  che  in  essa  non  trovava

                alcun posto la Luna, e inseriva la teoria come chiave di volta di
                una  grande  opera  di  cosmologia  che  Galileo  sperava  di

                pubblicare  con  un  titolo  accattivante,  Discorso  del  flusso  e
                reflusso  del  mare.  Il  secondo  saggio  era  una  risposta  a

                Francesco  Ingoli,  l’autore  delle  correzioni  a  Copernico,
                pubblicate nel 1620.

                    Il Discorso sul flusso e reflusso del mare è un dialogo tra due
                risorti (Salviati e Sagredo) e un irredimibile (Simplicio). Dopo

                aver fatto un ripasso della teoria delle maree che conosciamo,

                Salviati ammette che deve mancare di qualche elemento, poiché
                non  è  in  grado  di  spiegare  le  variazioni  mensili,  le  maree

                primaverili durante la Luna piena e la Luna nuova, e le piccole
                maree ai quarti. Come la Luna influenza la causa delle maree,

                cioè il modo diurno e quello annuo della Terra? «[Q]uant’ore,
                quanti  giorni,  e  piú  quante  notti,  [ho]  io  trapassate  in  questa

                specolazione, e quante volte, disperato di poterne venire a capo,
                [ho],  per  consolazion  di  me  medesimo,  fatto  forza  di

                persuadermi,  a  guisa  dell’infelice  Orlando,  che  potesse  non
                esser vero quello che tuttavia la testimonianza di tanti uomini

                                                                                       29
                degni di fede mi rappresentava innanzi a gli occhi» .
                    Il  riferimento  è  alla  scoperta  di  Orlando  delle  prove
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