Page 389 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Da esperto propagandista, Galileo conosceva l’importanza
della ripetizione. Per tutto Il Saggiatore egli utilizza parole
come «puerili» e «fanciullesche» per caratterizzare le
argomentazioni di Sarsi; lo accusa, a volte giustamente, di
fornire una ricostruzione errata delle argomentazioni di
Guiducci; e fa continuamente riferimento agli errori di Sarsi,
«ripetuti errori» 204 . Di questi, il piú duro da digerire fu
certamente l’errore dello stesso Galileo circa l’ampiezza
angolare di una stella. Galileo conclude i propri cinque esami
con un resoconto ispirato dell’efficacia del telescopio nel
rimuovere l’irraggiamento in funzione delle dimensioni
dell’immagine ingrandita. Per i pianeti la rimozione è completa;
per le stelle, tuttavia, anche le piú grandiose, rimane sempre un
po’ di fulgore. Non siete allora d’accordo, Sarsi, che le stelle
invisibili diventano visibili grazie all’ingrandimento, cosí come
accade per i pianeti quando vengono ingranditi? Come potete
non essere d’accordo? Dovete essere d’accordo, Sarsi. «Cedete
dunque e tacete» 205 . Questo è il modo in cui fa scienza un
cavaliere.
Ciononostante, Grassi rispose; ma ancora una volta Galileo
non si degnò di incrociare la spada di Orlando con lui. Alcuni
commenti molto aggressivi che si trovano appuntati sui margine
della copia appartenuta a Galileo della Ratio ponderum librae et
simbellae (1626) mostrano, tuttavia, che Galileo, in privato, si
abbassò a lottare con lui. In pubblico Galileo non aveva alcun
bisogno di fare altri passi, poiché le linci reputarono che aveva
salvato il suo e il loro onore. Scrisse Cesi: «credo che ciascuno
conosca molto bene che V. S. è fuor di giostra, e che non è
obbligato a discender in arena o entrar in steccato, come si dice,
r
con alcuno […] Mons. Ciampoli e altri palatini e letterati che
amano e stimano le cose di V. S. come conviene, oltre tutti
gl’altri letterati disappassionati» 206 .