Page 388 - Galileo. Scienziato e umanista.
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non è un’esalazione secca che ha preso fuoco in conseguenza
                del moto attraverso l’aria, perché in questo modo nessun corpo

                solido  si  disintegra      201 .  Non  si  fermò  però  qui,  e  anzi  forní  la
                propria  idea  di  calore  per  erodere  le  fondamenta  della  fisica

                aristotelica:  «V.  S.  Illustrissima,  […]  mi  fa  di  bisogno  fare
                alcuna  considerazione  sopra  questo  che  noi  chiamiamo  caldo,

                del qual dubito grandemente che in universale ne venga formato

                concetto  assai  lontano  dal  vero».  La  gente  crede  infatti,  con
                Aristotele, che sia «un vero accidente affezzione e qualità che

                realmente  risegga  nella  materia  dalla  quale  noi  sentiamo
                riscaldarci»     202 .

                    Di fatto, le particelle di fuoco non posseggono alcuna qualità
                al  di  fuori  della  forma,  del  moto  e  delle  dimensioni.  Quando

                queste particelle pervadono il nostro corpo, noi ci formiamo una
                sensazione di calore, di caldo piacevole o di dolore spiacevole, a

                seconda delle loro velocità e del loro numero. È esattamente la
                stessa cosa anche con l’olfatto e il gusto, solo che le particelle,

                in questo caso, hanno dimensioni e forme diverse da quelle del
                fuoco. Il suono è semplicemente la risposta del nostro orecchio

                alle vibrazioni dell’aria. Quanto alla vista, è causata dagli atomi
                di fuoco piú leggeri        203 . Nello speciale vocabolario applicato alle

                distinzioni di Galileo, il moto, la forma e la dimensione sono

                «qualità  primarie»,  mentre  le  sensazioni  che  esse  producono
                nella nostra mente attraverso i sensi sono «qualità secondarie».

                La distinzione risale agli antichi atomisti, la cui teoria era stata
                respinta  da  Aristotele  con  una  manciata  di  buone

                argomentazioni, anche se non irrefutabili. I filosofi iniziarono di
                nuovo a flirtare seriamente con l’atomismo nel XVI secolo: alla

                Chiesa cattolica non piaceva, in quanto sapeva di materialismo e
                l’anima  non  trovava  posto  alcuno  al  suo  interno.  Come

                vedremo, i nemici di Galileo non tardarono a trarre vantaggio da
                questa che non è che l’ultima sua ipoteca sul futuro, alla quale

                verrà  associata  la  particolare  struttura  dell’acqua  nel Discorso

                intorno alle cose che stanno in su l’acqua.
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