Page 385 - Galileo. Scienziato e umanista.
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soltanto  la  sua  onniscienza,  ma  anche  l’attendibilità  delle
                scoperte  interpretate  alla  luce  della  sua  comprensione  del

                funzionamento  del  telescopio             189 .  Il  rifiuto  della  proposta  del
                povero Sarsi non fu che uno sfoggio di ampollosità: dopo aver

                osservato,  correttamente,  che  il  telescopio  raccoglie  luce  e
                ingrandisce  allo  stesso  tempo,  Galileo  conclude,  questa  volta

                scorrettamente,  che  se  uno  di  questi  due  processi  produce  un

                effetto percepibile, cosí deve fare anche l’altro. «[Q]uando egli
                avesse  altra  opinione,  bisogna  ch’ei  mostri  che  ’l  telescopio

                alcune  volte  unisca  i  raggi  [raccoglie  la  luce]  senza  ingrandir
                l’angolo  [ingrandire],  e  che  ciò  faccia  egli  a  punto  quando  si

                guardano  le  stelle  fisse;  cosa  ch’egli  non  mostrerà  in  eterno,
                perch’è  una  vanissima  chimera  o,  per  dirla  piú  chiara,  una

                falsità»   190 .  In  questo  modo  Galileo  riuscí  abilmente  a
                trasformare  un  proprio  errore  di  matematica  in  una  mancanza

                morale  da  parte  dell’avversario.  Abilmente?  Può  darsi  che
                Galileo  non  abbia  effettivamente  capito  come  riuscisse  il

                telescopio a rendere visibili stelle invisibili             191 .
                    In  un  errore  connesso  a  questo,  Galileo  rimproverava  agli

                astronomi  che  lo  avevano  preceduto  di  non  aver  notato  che  i
                diametri angolari che loro assegnavano ai pianeti erano troppo

                grandi.  Come  al  solito,  trasformò  l’errore  in  un  peccato:

                «difficilmente scusabile», anzi «inescusabile». Keplero rispose
                che  gli  antichi  astronomi  non  disponevano  di  telescopi  che

                permettessero loro di identificare e di rimuovere l’irraggiamento
                che li aveva ingannati, e dunque non avevano motivo o modo di

                affrontare  il  problema        192 .  Grazie  al  telescopio  Galileo  aveva
                determinato che le apparenti dimensioni di Venere variano di 40

                volte, e quelle di Marte di 60 volte, a causa dei cambiamenti di
                distanza  e  di  fase;  e,  per  sottolineare  l’importanza  della

                scoperta,  aveva  sparso  la  notizia  che  ciò  aveva  distrutto  il
                sistema  tolemaico.  Keplero  rispose  che  tutti  i  sistemi  in

                competizione  predicevano  dei  cambiamenti  nella  dimensione
                dei  dischi  planetari  e  che  erano  le  fasi,  non  le  dimensioni,  a
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