Page 382 - Galileo. Scienziato e umanista.
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nell’analisi della natura. Gli storici hanno indicato nel mito della
creazione fornito da Platone nel Timeo la fonte probabile della
galileiana riduzione della natura a figure geometriche
elementari, sebbene Timeo avesse in mente che le particelle di
cui supponeva fossero composti gli elementi avessero la forma
dei solidi regolari (o platonici). Dato che le facce di questi
cinque solidi sono triangoli oppure poligoni riducibili a
triangoli, a Timeo riuscí una triangolazione metaforica
dell’universo 183 . Ma è piú probabile che Galileo avesse in mente
il punto ora in questione, ovvero una critica di Sarsi-Grassi per
il fatto di aver servilmente seguito Tycho che, nella versione dei
fatti fornita da Galileo, non era in grado di distinguere un
triangolo da un icosaedro.
Per distruggere completamente la reputazione di Tycho, per
rivelare «opinioni assurde e false» e «fantasie», Galileo si prese
gioco della dimostrazione indicata nella figura 6.3. A e B
rappresentano Copenhagen e Praga, D una stella fissa. Tycho
considerò DAB un angolo retto, come in effetti è, o quasi, dato
che DCB è un angolo retto e la corda AB è virtualmente nulla a
confronto con la distanza OD. Poiché la differenza in latitudine
tra A e B è di 6°, AOD = ZAD = 3°. La distanza zenitale
della stella D a Copenhagen doveva quindi essere pari a 3°.
Tycho scrisse, erroneamente, che D si trovava nella
costellazione dell’Aquila, la cui distanza zenitale quando si
trova sul meridiano di Copenhagen è superiore a 48°. Da ciò
Galileo occhio-di-lince (o d’aquila) concluse che Tycho non
conoscesse neppure i rudimenti della geometria, e Sarsi, di cui
Galileo si divertiva a collezionare i supposti errori, era un pazzo
a seguirlo. Egli «forse stima che la filosofia sia un libro e una
fantasia d’un uomo, come l’Iliade e l’Orlando Furioso […].
Sig. Sarsi, la cosa non istà cosí» 184 . Per Keplero era troppo: il
Matematico Imperiale rispose che, nella fretta, Tycho aveva
fatto riferimento a un diagramma che in realtà aveva tracciato a
illustrazione di qualcos’altro, indicando cosí la stella sbagliata.