Page 375 - Galileo. Scienziato e umanista.
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scontato  proprio  quella  sorta  di  trascinamento  che  Aristotele
                aveva  ipotizzato;  e  ancora,  se  è  lecito  accennare  alla  cosa,  il

                concetto galileiano di moto diurno, non esistente, comporta che
                la  Terra  trascini  con  sé  la  propria  atmosfera.  In  ogni  caso,

                osservò  Sarsi,  gli  esperimenti  richiedevano  pazienza:  il
                trasferimento  del  moto  all’aria  da  parte  del  corpo  che  la

                contiene  richiederebbe  un  tempo  molto  piú  lungo  di  un

                trasferimento  analogo  all’acqua.  Ciampoli  aveva  assistito  a
                questi esperimenti e aveva riportato i loro risultati a Galileo                    164 .

                    Aristotele  aveva  insegnato  che  l’attrito  dell’aria  poteva
                riscaldare  i  corpi  fino  all’incandescenza.  Galileo  lo  negava;

                Grassi  fece  l’errore  tattico  di  riportare  la  testimonianza  di
                antichi poeti e filosofi, e «altri autori pure di grande affidabilità

                e  autorevolezza».  Prese  dal  lessicografo  bizantino  Suda
                l’esempio  pittoresco  dei  soldati  babilonesi  che  erano  soliti

                cuocere  le  uova  facendole  girare  rapidamente  in  una  fionda;
                Seneca  aveva  riportato  la  notizia  di  palline  di  piombo  che  si

                liquefacevano  quando  venivano  lanciate  attraverso  l’aria;  lo
                stesso  Aristotele  aveva  testimoniato  di  aver  assistito  al

                riscaldamento delle punte di frecce durante il volo; e uno storico
                moderno  aveva  descritto  la  disintegrazione  delle  coperture  in

                piombo delle palle da cannone, quando queste venivano sparate.

                Sarsi: «chi riterrà che degli uomini, che sono il fior fiore degli
                eruditi,  abbiano  voluto  mentire  tanto  egregiamente  e

                impudentemente»? Avvicinandosi ulteriormente ai passi in cui
                Aristotele spiegava in che modo le comete prendessero fuoco,

                Sarsi evocò ingegnosamente l’inquietante combustione dei gas
                che si alzano dai cimiteri nei giorni d’estate               165 .

                    Infine,  contro  la  negazione,  da  parte  di  Galileo,  che  sia
                possibile vedere tutti i corpi attraverso le fiamme, e che quindi

                le  comete,  la  cui  coda  non  nasconde  le  stelle,  non  possano
                essere costituite da materia che brucia, padre Grassi si permise

                di scherzare un po’. L’uomo che tanto si vantava della propria
                maestria nel condurre esperimenti, della propria «facilità nello
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