Page 371 - Galileo. Scienziato e umanista.
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«Non riesco a immaginare che cosa gli sia passato per la mente
                da  potersi  sentire  attaccato,  e  da  preferire  sospettare  piuttosto

                che  scusare  nel  caso  fosse  stato  detto  qualcosa  che  fosse
                risultato  non  del  tutto  consono  alle  sue  opinioni»                 153 .  Anche

                Grassi era esterrefatto: «Non so che ragioni abbia per svilire il
                buon  nome  del  Collegio  Romano»  e  per  scrivere  «con  tanta

                esasperazione  e  tanta  rabbia»           154 .  Ma  comprese  perfettamente

                che Galileo gli si era opposto perché era un seguace di Tycho:
                agli  occhi  di  Galileo  non  poteva  trovare  spazio  lo  strano

                compromesso ticonico, a prescindere dalla questione sulle orbite
                cometarie. Coloro che si rifugiavano nel suo sistema avrebbero

                rifiutato  la  rappresentazione  della  guerra  dei  mondi  fornita  da
                Galileo, come una lotta tra la scienza moderna progressista, da

                un  lato,  e  l’antica  ignoranza,  ormai  superata,  dall'altro.
                L’adozione,  da  parte  dei  gesuiti,  del  sistema  ticonico  –  un

                sistema  falso  inventato  da  un  falso  cristiano  –  era  un  colpo
                strategico  inferto  a  Galileo.  La  sua  reazione  alla  lezione  di

                Grassi sulle comete tradí la sua presa di coscienza del fatto che
                la  nuova  rispettabilità  di  cui  godeva  il  sistema  ticonico  aveva

                reso la sua missione – se mai avesse avuto modo di riprenderla
                – molto piú difficile       155 .

                    In  base  a  queste  considerazioni,  la  veemenza  di  Galileo

                contro l’innocua lezione di Grassi tradiva l’irritazione per quello
                che considerava un insulto, e la paura che i gesuiti riuscissero a

                collocare  Tycho  sul  piedistallo  dal  quale  lui,  Galileo,  aveva
                appena  scalzato  Tolomeo              156 .  Due  ulteriori  considerazioni

                aiuteranno  a  spiegare  il  comportamento  donchisciottesco  che
                portò Galileo in rotta di collisione con i mulini a vento. Una è di

                carattere psicologico. Rispose in modo cosí duro (come scrisse
                nella propria copia della risposta di Grassi a Guiducci) per la

                stessa ragione per cui era cosí ansioso di rinnovare lo scontro:
                «nell’interesse della verità»          157 . Non poteva difendere la verità,

                cioè il sistema copernicano, apertamente: don Chisciotte senza
                cavallo, doveva dipendere da un Sancho Panza come Guiducci.
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