Page 367 - Galileo. Scienziato e umanista.
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sollevare  dei  dubbi  sulle  teorie  normalmente  accettate  e  di
                inglobare  le  comete  in  una  fisica  senza  forze,  che  Galileo

                trovava rassicurante. Il moto irregolare della cometa diventava
                cosí soltanto apparente, e l’allontanamento che si osservava dal

                Sole una questione puramente geometrica (fig. 6.2). Dato che in
                base  a  questa  teoria  una  parte  della  traiettoria  deve  essere

                collocata al di sotto della Luna, per quale motivo le comete non

                mostrano mai una parallasse? Be’, se le comete si spostano con
                l’osservatore, come gli arcobaleni e gli aloni attorno alla Luna,

                non sarebbero suscettibili di parallasse piú di quanto non lo sia
                lo stesso Grassi. Lui non sa niente di ottica! Pensa che i corpi si

                ingrandiscono  meno  al  crescere  della  loro  distanza
                dall’osservatore. Ma come può essere possibile, chiede Galileo-

                Guiducci,  con  riferimento  –  è  interessante  notare  –  alle
                osservazioni terrestri a distanze effettivamente «infinite» (con il

                telescopio  predisposto  in  modo  da  osservare  la  Luna)?
                Aggiungono anche, capziosamente, che un telescopio allungato

                per  una  visione  piú  da  vicino,  e  che  quindi  offre  un
                ingrandimento maggiore, non è il medesimo strumento di quello

                accorciato,  utilizzato  per  le  osservazioni  astronomiche;  e,
                erroneamente,  che  senza  ingrandimento  le  stelle  invisibili  a

                occhio  nudo  non  possono  diventare  visibili  attraverso  il

                telescopio     145 . Una risposta migliore, offerta da Grassi, è che la
                lente obiettiva raccoglie piú luce di quanto non faccia la nuda

                pupilla,  e  può  quindi  rendere  percepibile  una  stella  che
                risulterebbe  altrimenti  invisibile.  Lo  strumento  di  Galileo  non

                poteva ingrandire le stelle.


                Figura 6.2.

                Traiettoria di una cometa secondo Galileo-Guiducci. B è l’origine dell’esalazione, O

                l’osservatore, C la cometa, S il Sole. Le cifre a pedice indicano le posizioni alla stessa
                ora di giorni siderali successivi.
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