Page 364 - Galileo. Scienziato e umanista.
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alla salute 139 . Anche il progetto, a lui tanto caro, di fare delle
stelle medicee una guida per i navigatori aveva avuto una
battuta d’arresto. Mentre stava perfezionando il calcolo delle
loro eclissi, si rese conto che avrebbe potuto avere a
disposizione anche una soluzione al problema di determinare la
longitudine a bordo delle navi. La soluzione richiedeva la
conoscenza di che ora fosse in una determinata posizione, e il
sistema gioviano poteva fare da orologio: osservando le
posizioni delle lune al tempo locale t e calcolando, grazie alla
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tavola, il tempo t in cui si sarebbe ripresentata la stessa
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configurazione, cosí come veniva calcolato a Firenze, il
navigatore avrebbe ricavato immediatamente la propria
longitudine L, espressa in gradi rispetto al meridiano che passa
da Firenze: L = 15(t – t ), con i tempi calcolati in ore. Cosí in
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teoria; in pratica le tavole avrebbero dovuto essere precise fino,
per esempio, a 2 minuti (equivalenti a un errore di mezzo grado
in mare) e, cosa piú difficile, l’osservatore avrebbe dovuto
essere in grado di misurare, con le medesima precisione,
attraverso un telescopio galileiano dal ponte di una nave
ondeggiante.
Quando si trovava a Roma nel 1616, Galileo aveva discusso
l’invenzione con gli ufficiali spagnoli, offrendosi di andare in
Spagna per mostrarla al re Filippo III. I termini della cosa erano
piuttosto rigidi: 3000 scudi per il viaggio e gli strumenti
necessari, 4000 scudi di diritti all’anno per lui e 2000 all’anno
per i suoi eredi dopo la morte, oltre alla nomina di cavaliere
dell’Ordine di Santiago. In cambio, Galileo avrebbe aggiornato
le tavole ogni anno e fornito un metodo per stabilizzare
l’osservazione da parte dei navigatori. Si trattava di un celatone,
un casco con un piccolo telescopio fisso sul davanti: in questo
modo uno degli occhi era libero di individuare Giove e l’altro,
rafforzato, poteva osservarne le lune. Castelli provò
l’attrezzatura a bordo, dando prova di grande affetto per il