Page 359 - Galileo. Scienziato e umanista.
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nel dicembre del 1613 in termini ancora piú forti: «si ordina che
chiunque insegni concezioni contrarie a San Tommaso o
introduca nuove cose in filosofia per propria iniziativa, o prese
da autori oscuri, le ritiri immediatamente». Come risulta dal
caso di Grienberger, quest’ordine rese molto difficile ai gesuiti
del Collegio Romano sostenere le idee di Galileo sui corpi
galleggianti, per non dire la sua religione copernicana 127 . Il
decreto della Congregazione dell’Indice limitò ulteriormente le
avventure degli astronomi della Compagnia di Gesú,
scoraggiando qualunque riferimento positivo alla teoria
copernicana e chi la difendeva. I professori a conoscenza della
situazione, che sentivano una responsabilità nei confronti della
loro materia di insegnamento, si ritrovarono a vivere un dissidio
doloroso. Tra il 1616 e il 1620, quando pubblicarono la prima
edizione della Sphaera dopo l’ultima curata da Clavio, i
matematici della Compagnia cercarono il modo di rimanere
fedeli sia al loro preposito generale, sia a ciò che dovevano
insegnare 128 .
Giuseppe Biancani, l’autore della nuova Sphaera mundi
(1620), legò il proprio libro a quanto Clavio aveva intimato
come atto d’addio: «considerato quanto Galileo ha
coscienziosamente e accuratamente esposto nel Nuncius
sidereus […] gli astronomi dovrebbero capire come devono
essere costituiti gli orbi celesti, cosí da dare conto di questi
fenomeni». La soluzione di Biancani, elaborata in parte nel
corso del suo scambio epistolare con Grienberger, fu quella di
adottare il sistema di Tycho e di giustificare la sua adozione,
insieme ad altre affermazioni sulla costituzione del mondo,
facendo appello a «i migliori astronomi» o «l’opinione
comunemente accettata dagli astronomi». Piú vicine alla fisica
erano le affermazioni, piú erano caute: le stelle sono trasportate
da un firmamento solido, come punti metallici nell’acciaio?
Probabilmente. I pianeti si muovono nei cieli come i pesci nel
mare o come gli uccelli nell’aria? «Incompertum mihi est, non