Page 354 - Galileo. Scienziato e umanista.
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fine di Adone da parte di Venere) e i neologismi, che Galileo
                aveva sferzato nei propri commenti sull’opera di Tasso                      113 .

                    L’Adone di Marino coglie l’occasione per visitare le regioni
                oscure della Luna mentre ascende, sul modello di Dante, verso i

                cieli. Prende in considerazione varie spiegazioni delle chiazze
                sulla superficie, compreso il lucido cristallo con al suo interno

                delle  montagne,  proposta  da  Delle  Colombe,  finché  il  suo

                compagno di viaggio, piú informato di lui, non gli dice che se la
                sua  vista  fosse  piú  acuta,  potrebbe  vedere  mari  e  fiumi,  città,

                colline e pianure. Ma verrà il momento in cui, «scorciar potrà
                lunghissimi intervalli | per un picciol cannone e duo cristalli»                     114 .

                L’ingegnere di questo miracolo è un nuovo Colombo, migliore
                del primo:




                      Aprendo il sen del’ocean profondo,
                      ma non senza periglio e senza guerra,

                      il ligure argonauta al basso mondo
                      scoprirà novo cielo e nova terra.

                      Tu [Galileo] del ciel, non del mar Tifi secondo,
                      quanto gira spiando e quanto serra

                      senza alcun rischio, ad ogni gente ascose
                      scoprirai nove luci e nove cose  115 .



                    Le nuove verità possono trovare un ambiente privo di rischi

                solo nel mondo dell’immaginazione poetica.
                    Il  tempo  al  futuro  («Tu,  Galileo,  scoprirai»)  è  dovuto  allo

                stratagemma,  spesso  utilizzato  da  Ariosto  e  Tasso,  grazie  al
                quale un veggente del passato riesce a prevedere il futuro che si

                è compiuto: grazie a esso il poeta veneziano Giulio Strozzi, che
                aveva  visto  Galileo  in  azione  a  Roma  nel  1611,  poté  passare

                dalla scoperta delle stelle medicee alla rivelazione del sistema
                copernicano.  Il  veggente  di  Strozzi  è  il  mago  Merlino  che

                inventa  il  telescopio  e  scopre  le  lune  di  Giove,  le  macchie  di
                Apollo  e  i  compagni  di  Saturno.  Grazie  a  queste  indicazioni,
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