Page 350 - Galileo. Scienziato e umanista.
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poetico    102 . Questa, in ogni caso, era la concezione immaginata
                da  Ciampoli,  che  presagiva  un  glorioso  futuro  per  la  Chiesa

                sotto il bastone di Mosè, brandito dal Grande Federico, e la lira
                di Davide, strimpellata dal Grande Maffeo. Questo era il futuro

                che  Ciampoli  prospettò  a  Borromeo  (la  cui  probabilità  di
                diventare papa era evidentemente stimata da Ciampoli piú alta

                di quella di Barberini) in un Poemetto sacro inviato nel 1616:

                «Per vivere re, la via quest’è sol una | ed in tal verità l’anima
                giura: | il regno è servitú, beltà non dura | sola virtú può dominar

                fortuna»    103 .
                    Mentre Ciampoli cercò di seguire sia il Mosè di Milano sia il

                Davide di Bologna, Galileo lo raccomandò alla Lince di Roma.
                Ciampoli  passò  presto  nell’orbita  di  Cesi,  trovando  in  suo

                cugino  Cesarini  qualcuno  a  cui  dedicarsi  con  tutto  sé  stesso.
                Cesarini, di cinque anni piú giovane di Ciampoli, aveva tutto ciò

                che il mondo poteva offrire, tranne una buona salute. Figlio di
                un  duca,  strettamente  imparentato  con  gli  Orsini  e  i  Farnese,

                ricco, brillante, sensibile, aveva affinato le proprie doti naturali
                studiando  dai  gesuiti:  al  Collegio  Romano  aveva  colpito  non

                soltanto  Barberini,  ma  anche  Bellarmino,  per  la  propria
                prodigiosa  erudizione.  Il  grande  protagonista  di  tanti  episodi

                discussi vide nel giovane «un altro Pico» – all’età di 23 anni il

                primo Pico (Pico della Mirandola) si era proposto di difendere
                900 tesi su tutti gli argomenti, contro chiunque si presentasse –

                e  tentò  di  reclutarlo  nel  pio  compito  di  distruggere  gli
                insegnamenti  di  quella  piaga  padovana,  Cremonini.  Quando

                conobbe  Ciampoli,  Cesarini  era  profondamente  legato  alla
                filosofia aristotelica cosí come era stata mediata dai gesuiti e a

                una poetica moralizzante nel tono del Poemetto di Ciampoli                         104 .
                    Sebbene Cesarini fosse stato stuzzicato dal Sidereus Nuncius

                quando i suoi docenti al collegio dei gesuiti di Parma ne erano
                entusiasti,  non  si  interessò  all’astronomia  finché  Galileo  non

                venne  a  Roma.  I  dibattiti  brillanti  in  favore  di  Copernico  e
                contro tutti gli avversari che Galileo vi aveva condotto ebbero lo
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