Page 347 - Galileo. Scienziato e umanista.
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dato  a  Galileo.  La  ragione  probabile  di  tale  inusuale
                ammonizione, che non sarebbe stata necessaria se tutti avessero

                compreso che credere in un Sole stazionario era un’eresia, era
                che  Galileo  aveva  provato  a  mettere  in  piedi  una  filosofia-

                teologia critica da sostituire al tomismo interdisciplinare acritico
                che  riteneva  di  aver  distrutto.  Se  questa  lettura  è  corretta,

                Galileo fu bravo a uscire indenne dalla difficile situazione in cui

                si era cacciato. Come disse lui stesso, non fu fatto il suo nome.
                Se avesse pubblicato la Lettera a Madama Cristina di Lorena,

                questa  sarebbe  stata  condannata  insieme  all’apologia
                copernicana di Foscarini. I fedeli nemici di Galileo a Firenze, in

                particolare  l’arcivescovo  Marzi  Medici,  pensavano  che  se  la
                fosse cavata troppo facilmente, e incaricarono nuovi sputafuoco

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                di predicare contro di lui . L’ammonimento a non insegnare la
                teoria  copernicana,  se  preso  letteralmente,  sarebbe  stato

                certamente un boccone amaro da digerire. Galileo cercò di non
                ingoiarlo mentre Bellarmino e Paolo si preparavano a passare a

                miglior vita. Vi passarono entrambi nel 1621.




                    2. Intermezzo poetico.


                    Guicciardini  fu  felice  di  vedere  il  proprio  molesto  ospite

                lasciare Firenze. Galileo non gli avrebbe dato ascolto, come non
                avrebbe  dato  ascolto  al  cardinal  Del  Monte  o  ad  altri  amici;

                rimase agguerrito: «egli ha un humore fisso di scaponire i frati».

                Guicciardini  dovette  convivere  per  altri  due  mesi  con  quella
                testa calda, prima di riuscire a persuadere Cosimo a richiamare
                Galileo  a  casa.  Dal  suo  atteggiamento  bellicoso  non  poteva

                venire  nulla  di  buono,  predisse  correttamente  Guicciardini:  si

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                ostina  a  «combattere  con  chi  egli  non  può  se  non  perdere» .
                Ma  c’era  un  secondo  motivo  per  cui  l’ambasciatore  voleva

                disfarsi  del  padre  della  scienza  moderna.  Quando  si
                incontravano, Galileo e il sovrintendente Primi sostenevano uno

                «[s]trano  e  scandoloso  lavoro»,  «una  pazza  vita»  per  la  quale
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