Page 357 - Galileo. Scienziato e umanista.
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licenza, affermando, per bocca di Guiducci o di Salviati, molte
cose dubbie e stravaganti, e non poche candide bugie. Le sue
molte esagerazioni dei singoli casi o dell’accuratezza delle sue
misure si capiscono cosí molto bene: nella commedia filosofica
di Galileo corpi di vario tipo cadono alla medesima velocità, «in
quel medesimo punto a capello» in centinaia o anche migliaia di
tentativi; i pendoli di ampiezze differenti oscillano all’unisono,
«coll’istesso periodo a capello», dopo centinaia o anche
migliaia di oscillazioni; una sfera inchiostrata descrive una
parabola perfetta quando viene fatta rotolare su un piano
inclinato; e cosí via 121 .
E che cosa dovremmo dire della stranezza della caduta
pisana, il punto in cui sono stati creati i pianeti, che si dice
adattarsi perfettamente ai calcoli? O della bizzarria, su cui
torneremo, per cui un corpo in caduta libera non accelera ma si
limita a cambiare direzione di moto? Salviati si assume il
compito di dimostrare questa bizzarria e Sagredo la accetta
come una meraviglia. Anche i lettori moderni se ne stupiscono.
Che cos’era Galileo? Il maestro dell’esperimento, il geometra
superficiale, l’assassino di Aristotele, il disonesto (come
l’avrebbe descritto Arthur Koestler), o semplicemente un
ciarlatano, come scelse di descriverlo Paul Feyerabend?
Nessuno di questi. Galileo, come direttore artistico, è il creatore
di ingegnose fantasie, di capricci matematici, di un poema
epico, di un insieme di storie. Sagredo chiede a Salviati di
descrivere la curva di un corpo in caduta libera nello spazio;
Galileo, mascherato, risponde con l’intelligente e assurda
bizzarria; anche la natura è parte della mascherata 122 . Il talento
di Galileo per la commedia raggiunge il proprio apice nelle
battute taglienti, nelle burle, nei giochi di parole, nei paradossi,
nell’ironia, nella satira e nelle caricature grossolane del
Saggiatore 123 . Come se volesse indicare il suo livello
epistemologico, Galileo inserí in quest’opera piú citazioni da
Ariosto di quanto non fece in qualunque altra sua opera 124 .