Page 341 - Galileo. Scienziato e umanista.
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proibiti  in  quanto  magici,  relativi  alla  divinazione
                (negromanzia,  geomanzia,  astrologia  fatalistica),  eretici

                (mortalità dell’anima), o in libri giudicati osceni (ginecologia),
                o  scritti  di  autori  proibiti  (i  protestanti),  ma  solo  come  danno

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                collaterale . Dato che la condanna di Copernico non costituiva
                soltanto  una  novità  assoluta,  ma  condannava  un  libro  che  era

                stato permesso per 70 anni, Galileo riteneva di aver ragione di

                credere  che  le  proprie  motivazioni  avrebbero  prevalso:  valutò
                male l’effimera combinazione di elementi personali e dottrinali

                nella  Roma  di  Paolo  V;  e  trascurò  anche  di  far  tesoro  della
                propria  esperienza.  Dei  dodici  autori  di  libri  cattolici  che

                facevano  riferimento  alla  conoscenza  naturale  che  vennero
                interrogati  o  imprigionati  dall’Inquisizione  prima  del  1616,

                Galileo  conosceva  o  mancò  di  poco  di  conoscere  almeno  la
                metà:  Borro,  Bruno,  Campanella,  Cremonini,  Della  Porta,

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                Giulio Libri .
                    L’ambasciatore Guicciardini informò Cosimo del fallimento

                della missione di Galileo: «ciascuno [aveva dubitato] che la sua
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                venuta qua gli fusse pregiudiziale et dannosa» . E tutti si resero
                conto  del  fallimento  dopo  la  pubblicazione  del  decreto  della
                Congregazione dell’Indice – tutti tranne Galileo, che la dipinse

                come  una  giustificazione  dei  suoi  sforzi  di  servire  la  Chiesa:

                Caccini  e  i  suoi  seguaci  si  erano  dati  da  fare  perché  la  teoria
                copernicana  fosse  dichiarata  eretica;  la  Santa  Chiesa  aveva

                semplicemente  deciso  –  colpa  meno  grave  –  che  non  si
                accordava  con  le  Scritture;  dunque  Galileo  aveva  vinto.  Solo

                Foscarini era stato bandito, e il libro di Copernico avrebbe perso
                alcune frasi qua e là, dove rivendicava la propria aderenza con

                le Scritture. «Io […] non ci ho interesse alcuno né punto mi ci
                sarei  occupato  se,  come  ho  detto,  i  miei  nemici  non  mi  ci

                havessero  intromesso».  Durante  tutta  la  vicenda,  il  suo
                comportamento era stato esemplare: «il mio negoziato in questa

                materia è stato tale che un santo non l’haverebbe trattato né con
                                                                                       ta
                maggior  reverenza  né  con  maggior  zelo  verso  S.   Chiesa».  I
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