Page 337 - Galileo. Scienziato e umanista.
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dar conto dell’osservazione delle maree in luoghi particolari a
                causa della complessità delle cause secondarie. Di fatto, fu un

                completo  fallimento,  poiché  sembrava  funzionare  ugualmente
                bene con o senza il moto annuo della Terra. Secondo i calcoli di

                Galileo, la rotazione da sola introduceva una disparità nel moto
                di  qualunque  coppia  di  punti  diametralmente  opposti

                sull’equatore  terrestre.  La  rivoluzione  annuale  si  limitava  a

                scegliere  un  particolare  diametro  –  quello  lungo  la  linea  che
                congiunge  il  Sole  alla  Terra  –  in  base  al  quale  calcolare

                l’«accelerazione».  Si  trattava  poi  di  un’accelerazione  molto
                particolare, dato che richiedeva al fondale marino di sopportare

                «un  movimento  molto  diseguale,  sí  che  ciascheduna  di  esse
                parti  in  diversi  tempi  del  giorno  si  muove  con  diverse

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                velocità» . Vista la situazione di emergenza, tuttavia, Galileo si
                ancorò alla propria teoria (o a quella di Sarpi) e, come era solito

                fare quando veniva sfidato, non la mollò piú.
                    Galileo  concluse  il  proprio  Discorso  sulle  maree  con  un

                riferimento tagliente e amaro, addirittura, al suo scopo: che cosa
                accadrebbe se «l’ipotesi [di Copernico] presa, e corroborata per

                l’addietro  solo  da  ragioni  ed  osservazioni  filosofiche  ed
                astronomiche,  fosse,  in  virtú  di  piú  eminente  cognizione,

                dichiarata  fallace  ed  erronea»?  Ovviamente,  tutto  il  discorso

                sulle  maree  verrebbe  dichiarato  senza  valore  e  vuoto.  Si
                aprirebbero quindi tre possibili strade da percorrere: le eminenti

                autorità potrebbero indicare dove il Discorso si sbagliava, dal
                punto  di  vista  filosofico  come  da  quello  astronomico;  oppure

                potrebbero dire che le questioni trattate erano fra quelle che Dio
                voleva  tenere  segrete;  «o  finalmente,  con  miglior  consiglio,

                rimuoverci  da  queste  ed  altre  vane  curiosità,  le  quali  ci
                consumano  gran  parte  di  quel  tempo  che  assai  piú  utilmente

                                                                                                 65
                potremmo o dovremmo impiegare in studii piú salutiferi» . La
                posta  in  gioco  era  alta.  Il  giovane  Orsini  partí  per  la  propria

                missione;  Paolo  mandò  a  chiamare  Bellarmino,  e  insieme
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