Page 335 - Galileo. Scienziato e umanista.
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garanzia della propria rettitudine: «lo conosco molto bene»,
scrisse Cosimo al cardinale nipote Scipione Borghese, è
«huomo da bene et che stima l’honore et la coscienza». Nessuno
poteva dubitare la sincerità di un uomo di corte cosí vicino a un
principe molto devoto. Cosimo fece appello al cardinal Del
Monte perché presentasse Galileo a «persone intelligenti et
discrete», a cui lui avrebbe potuto dimostrare «la sua retta e pia
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intenzione» . Questo comportava molte visite a cardinali e altri
importanti personaggi, e la maggiore espressione del sentimento
religioso notata dall’ambasciatore veneziano. Galileo sopportò
le fatiche grazie all’«amorevole trattamento» del
Superintendente Primi e alla prospettiva di giungere a un
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«mantenimento et agumento della mia reputazione» .
All’inizio del nuovo anno Galileo poté dire di essere riuscito a
comprendere le trappole che i suoi persecutori gli avevano
preparato. Un mese dopo poté annunciare che aveva compiuto il
suo primo compito: le persone che contavano ora riconoscevano
la sua «candidezza et integrità» e «la diabolica malignità et
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iniqua volontà de’ miei persecutori» .
Rimaneva il compito piú arduo, affrontato «come cristiano
zelante e cattolico»: il compito di salvare la Chiesa dal grave
errore che i prelati ingannati dai nemici di Galileo potrebbero
indurla a compiere. Promise a sé stesso un triplice aumento
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della propria reputazione qualora fosse riuscito a realizzarlo . Il
metodo che aveva scelto era quello del vecchio marinaio:
parlare e parlare, in continuazione e in modo brillante; affrontò
tutti coloro che si presentavano a lui, come un maestro di
scacchi che gioca simultaneamente contro una dozzina di
avversari, o come un gatto in mezzo ai piccioni. Giocava e
umiliava le sue vittime raffinando le loro argomentazioni, fino a
dare l’impressione di renderle invincibili, per poi annichilirle.
Dio stesso lo assisteva in questi trucchi da salotto: «[mi
consolo] nel veder quanto Dio benedetto gradisca l’integrità e
purità della mia mente»; «spero in Dio benedetto, che sí come