Page 339 - Galileo. Scienziato e umanista.
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avvenuto fra loro, non firmata, non si accorda con l’ordine del
                papa, e questo ha generato una certa confusione tra gli storici.

                Bellarmino,  come  era  suo  dovere,  ammoní  Galileo  che  la
                «sopradetta opinione» contraddiceva le Scritture e lo invitò ad

                abbandonarla.  Poi,  prima  che  Galileo  potesse  esprimere  la
                propria libera volontà di acconsentire all’invito, Seghizzi passò

                –  successive  et  incontinenti  –  al  secondo  passo  e,  davanti  a

                Bellarmino  e  ad  altri  testimoni,  «ordinò  e  ingiunse  al  detto
                Galileo […] di abbandonare completamente […] l’opinione che

                il Sole sia nel centro del mondo e non si muova, e che la Terra
                si muova, e quindi di non sostenere, insegnare o difendere tale

                opinione in alcun modo, a voce o per iscritto». Galileo accettò
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                l’ingiunzione  e  convenne  di  obbedirle .  Non  aveva  alcuna
                alternativa attraente.
                    Fu  piú  facile  condannare  l’opera  di  Copernico  che  dare  la

                notizia  ai  fedeli.  L’Indice  dei  libri  proibiti  veniva  pubblicato
                irregolarmente,  e  lunghi  intervalli  separavano  le  sue  edizioni;

                l’ultima  disponibile  alla  consultazione  nel  1616  era  quella  di
                Clemente  VIII,  del  1596.  Il  diritto  di  pubblicare  condanne

                provvisorie apparteneva al maestro del Sacro Palazzo (in quanto
                capo dei censori a Roma) e al segretario della Congregazione

                dell’Indice. Il primo ad agire, nel 1616, fu il Maestro del Sacro

                Palazzo, il cui ordine, stampato ma mai reso pubblico, riguarda
                solo  tre  punti:  la  Lettera  di  Foscarini,  bandita  completamente

                per  il  suo  tentativo  di  mostrare  che  le  idee  copernicane
                «concordano con la verità e non sono contrarie alle Scritture»; il

                De revolutionibus di Copernico e un commentario al Libro  di
                Giobbe  che  interpretava  il  versetto  «Scuote  la  Terra  dal  suo

                posto | e le sue colonne tremano» in senso copernicano, erano
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                invece  sospesi  donec  corrigantur .  L’ordine  non  fa  cenno  a
                eresie né a opere copernicane in generale, ma la Congregazione
                dell’Indice  persuase  il  papa  a  sopprimere  la  versione  del

                maestro del Sacro Palazzo in favore di una proibizione piú dura.
                Con  un  nuovo  decreto  la  Congregazione  proibí  i  tre  scritti
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