Page 304 - Galileo. Scienziato e umanista.
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delle  depressioni,  dei  dolori  e  delle  palpitazioni,  queste
                alterarono  il  suo  aspetto  fisico.  L’ambasciatore  di  Venezia  a

                Roma, Simone Contarini, che aveva conosciuto Galileo durante
                il suo periodo padovano, fu molto colpito dal peggioramento del

                suo  aspetto  quando  si  incontrarono  nuovamente  nel  1615.
                Contarini  collegò  l’evidente  declino  delle  sue  condizioni  di

                salute a quella che sembrava una crescente religiosità: «il fanno

                frequentar i Sagramenti; e’ resta assai nell’aspetto cambiato da
                quello ch’era»       215 . La probabile eziologia di questa accresciuta

                osservanza sarà presto chiara.
                    L’unico membro della famiglia estesa di Galileo a Venezia

                che  si  trasferí  vicino  a  lui  fu  il  quasi  figlio  e  discepolo
                Benedetto  Castelli,  che  aveva  lasciato  Padova  nel  1607  per

                assumere  un  incarico  di  insegnamento  da  cui  ricavò  il  primo
                apostolato galileiano: «Gli miei discepoli adorano le rare virtú,

                et a’ nostri secoli uniche, di V. S.». Conosciamo l’entusiasmo di
                Castelli  nei  confronti  del  Sidereus  Nuncius  e  la  sua  proposta

                circa le fasi di Venere. Il suo posto, cosí pensava, era accanto al
                messaggero celeste: chiese quindi un trasferimento all’abbazia

                benedettina di Firenze         216 . Vi arrivò nell’aprile del 1611 e si rese
                immediatamente utile raccogliendo dati sulle stelle medicee; di

                lí  a  breve  diede  anche  una  mano  a  rispondere  alle  obiezioni

                contro il Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua e a
                disegnare le traiettorie delle macchie solari. Nel 1613 divenne

                professore di matematica all’Università di Pisa, dove nel tempo
                ebbe  come  allievi  Vincenzo  Galilei  e  due  nipoti  di  Galileo,  e

                formò  due  eccellenti  matematici  alla  causa  galileiana,
                Bonaventura Cavalieri ed Evangelista Torricelli                     217 . Il posto gli

                diede accesso, indipendentemente da Galileo, alla corte toscana.
                Nel  1626  Castelli  entrò  al  servizio  dei  Barberini  come

                consigliere  del  papa  su  temi  idraulici  e  precettore  di  uno  dei
                nipoti  del  pontefice.  Nonostante  i  molti  successi  da  lui

                conseguiti  come  amministratore  ed  esperto,  Castelli  aveva  la
                tendenza  a  sminuirsi  quando  c’era  in  ballo  Galileo:  «so
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