Page 308 - Galileo. Scienziato e umanista.
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lavoro  importante,  che  consiste  nel  perfezionare  la  vostra
                (nostra?) scienza del moto           229 . Una teoria soddisfacente del moto

                avrebbe  sfidato,  colpendola  al  cuore,  la  fisica  comunemente
                accettata: lí stanno i principî di una nuova filosofia. Agli occhi

                di  Sarpi,  che  continuò  a  chiedere  notizie  di  lui,  a  quelli  di
                Gualdo,  Sagredo  e  di  altri  amici  veneziani,  la  campagna

                copernicana di Galileo era una manifestazione donchisciottesca

                di secondaria importanza           230 .
                    Dal punto di vista di Venezia, le continue scoperte celesti ne

                indebolivano  l’importanza  complessiva:  non  c’era  forse
                qualcosa  di  quasi  magico  e  perfino  di  disonesto  in  questa

                incessante  rivelazione  di  cose  lontane                      231 ?  Certamente,
                arricchivano  la  gamma  delle  ipotesi  delle  discussioni

                accademiche, ma non ponevano l’eliocentrismo come una teoria
                realistica  dimostrata  da  poter  imporre  ai  filosofi  e  ai  teologi.

                Cosí  com’era,  e  cosí  come  stava  il  mondo,  non  valeva  uno
                scontro  duro  con  gli  ipocriti  inquilini  del  Vaticano.  Nel  1616

                Sarpi agiva con questa convinzione. In quegli anni, Venezia era
                in guerra con l’Austria e Sarpi aveva per le mani vari lavori che

                dimostravano  le  macchinazioni  del  papato,  compresa  la
                devastante  Istoria  del  Concilio  Tridentino,  pubblicata

                anonimamente  in  Inghilterra  nel  1619,  e  la  rivelazione  delle

                trame  di  Roma  contro  Venezia              232 .  Cosí,  nel  1616,  quando  la
                Congregazione dell’Indice condannò alcune opere di Copernico,

                Sarpi  consigliò  che,  stupida  com’era,  la  Serenissima  dovesse
                accettare la cosa: non costituiva alcuna minaccia per l’industria

                editoriale veneta o per qualunque altra cosa che coinvolgesse un
                numero significativo di persone. «Dato che cosí poche persone

                si  dedicano  all’astronomia,  non  c’è  ragione  di  temere  uno
                scandalo»     233 . Galileo e Sarpi interruppero ogni rapporto.

                    Sagredo  non  riusciva  a  capire  la  passione  dell’amico  per
                Firenze piú di quanto non comprendesse la sua ossessione per

                Copernico: «La libertà et la monarchia di sé stessa dove potrà
                trovarla come in Venetia? […] Serve al presente Prencipe [se
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