Page 310 - Galileo. Scienziato e umanista.
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l’abilità né l’interesse a sviluppare tecniche affidabili per
liberare il vetro ottico da distorsioni o imperfezioni. Il raccolto
fu scarso: nel corso di un tentativo di una certa importanza, un
amico di Sagredo realizzò 300 lenti, delle quali solo 22 ritenne
idonee; Sagredo ne prese soltanto tre, e nessuna di esse era
perfetta. Requisí quindi una vetreria e cercò di forgiare lenti di
cristallo di rocca: quanto a proprietà ottiche superavano di gran
lunga il vetro, ma la resa di quelle buone era molto piú bassa, se
non nulla. Spesso le lenti migliori venivano da pezzi di specchi
rotti con cui Sagredo realizzava dei piccoli binocoli che, diceva,
facevano sembrare piú belle le donne poco distanti. A volte le
immagini sfocate possono tornare utili. Galileo provò invano ad
attrarre a Firenze specialisti da Murano; Cosimo fece di meglio:
riuscí ad averne qualcuno che gestisse le vetrerie che aveva
inaugurato nel 1618. Anche da queste Galileo riceveva forniture
di lenti; sembra anche che abbia fatto affari con la vendita dei
telescopi per vent’anni o piú dopo aver lasciato Padova 238 .
Le meschine gelosie di corte da cui Sagredo aveva messo in
guardia Galileo possono essere ben illustrate da un battibecco
tra Salviati e un membro della famiglia Medici di basso livello,
sulla cui carrozza vantava la precedenza. Il Medici ebbe la
meglio, ma gli insulti bruciarono, e nonostante i tentativi di
mediazione di Cristina e dei cardinali Bandini e Barberini la
disputa covò per oltre tre anni, finché nel gennaio del 1613, alla
presenza del granduca, la tempesta in un bicchier d’acqua si
esaurí. Verso la fine dell’anno, dopo aver recuperato buoni
rapporti con la corte ed essersi preso cura di Galileo nel corso
della stesura e della pubblicazione dell’Istoria e dimostrazioni
intorno alle macchie solari, Salviati partí per vedere il mondo.
Si recò prima a Venezia, dove può aver incontrato Sagredo, e a
Padova, dove parlò a lungo con Cremonini, che ancora una
volta espresse il proprio affetto per Galileo, «fuor che nella
dottrina». Si imbarcò quindi per la Spagna. Ma il Paese non era