Page 315 - Galileo. Scienziato e umanista.
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dietro  la  potente  argomentazione  scritturale  di  Conti  a  favore
                della corruttibilità dei cieli.

                    Nonostante la posizione di Cesi a Roma e la sua impeccabile
                religiosità,  Galileo  non  riuscí  a  ottenere  il  permesso  di

                pubblicare l’Istoria come desiderava. Egli voleva infatti iniziare
                con il rimprovero di Gesú a coloro che avevano orecchi ma non

                avevano sentito: «il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se

                ne impadroniscono» (Matteo  11,12).  L’applicazione  ai  sistemi
                del  mondo  era  troppo  evidente.  Galileo  rispose  ai  censori

                rimuovendo  il  contesto  biblico  e  provò,  con  successo,  a  far
                passare  questa  parafrasi:  «Già  gli  umani  intelletti  da  dovero

                                                                                                       5
                fanno forza al cielo, e i piú gagliardi se ’l vanno acquistando» .
                Galileo voleva sostenere la «divina Bontà» come il motivo del

                proprio  successo;  dovette  accontentarsi  di  «propizii  venti».
                Questa  era  la  parte  facile.  Galileo  desiderava  anche  sostenere

                che  la  Bibbia  fosse  in  accordo  piú  con  Copernico  che  con
                Aristotele e Tolomeo, ma su questi punti i censori si rifiutarono

                di negoziare. Sebbene Cesi avesse rafforzato l’argomentazione
                secondo cui la Bibbia favorisce un cielo corruttibile con passi

                dalle  Scritture  e  dai  Padri,  dovette  cedere:  le  Scritture  non
                potevano  essere  menzionate,  e  neppure  l’argomentazione  di

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                Conti . L’Istoria uscí quindi senza la conferma scritturale della
                confessione  copernicana  con  cui  Galileo  l’aveva  conclusa.  I
                censori non avevano nulla da obiettare alla confessione: ciò che

                stava  loro  a  cuore  non  erano  i  sistemi  astronomici,  ma
                l’interpretazione della Bibbia.



                    1.1. Ermeneutica a Firenze.

                    La  questione  della  compatibilità  fra  Copernico  e  la  Bibbia

                ritornò  verso  la  fine  del  1613,  in  un  modo  che  Galileo  non
                ritenne di poter ignorare. Subito dopo aver preso servizio come

                professore  a  Pisa,  Castelli  ricevette  un’ammonizione
                amichevole dal supervisore dell’università «che io non dovessi

                entrare in opinioni di moti di terra, etc.». Al che Castelli rispose
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