Page 316 - Galileo. Scienziato e umanista.
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che  aveva  intenzione  di  seguire  l’esempio  del  suo  maestro
                Galileo, che non ne aveva fatto parola per i 24 anni durante i

                quali  aveva  insegnato  a  Pisa  e  a  Padova.  Cosí  rassicurato,  il
                supervisore  concesse  che  se  Castelli  avesse  voluto,  avrebbe

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                potuto  toccare  simili  questioni  come  «probabili» .  Una
                pagliuzza  nel  vento  di  novembre.  Un  mese  piú  tardi  il  nuovo

                professore pranzò con la famiglia del granduca e, fra gli altri,

                con  un  professore  di  filosofia  di  Pisa,  Cosimo  Boscaglia.  La
                conversazione  si  spostò  sulle  lune  di  Giove:  Cristina  borbottò

                che  avrebbero  fatto  meglio  a  essere  reali.  Certamente,  lei  le
                aveva  osservate  nei  cieli  e  anche  sulla  Terra,  nella  forma  di

                quattro gentiluomini fiorentini che facevano la parte delle stelle
                medicee in uno spettacolo sfarzoso tenutosi nel 1612 in onore

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                del  duca  di  Urbino .  Nutriva  però  dei  dubbi,  poiché  Galileo
                aveva posto in relazione le proprie scoperte all’eventuale eresia

                di  Copernico.  Come  avrebbe  potuto  essere  vero  qualcosa  che
                comportava  una  falsa  dottrina?  Cristina  chiese  l’opinione  di

                Boscaglia.  Il  filosofo  rispose,  all’intera  tavolata,  che  i  nuovi
                fenomeni  erano  genuini  –  e  a  Cristina,  in  privato,  che  le

                implicazioni  copernicane  erano  preoccupanti.  Dopo  pranzo
                Cristina  convocò  Castelli  nelle  proprie  stanze;  erano  presenti

                anche  Cosimo,  Maria  Maddalena,  Boscaglia  e  i  sostenitori  di

                Galileo  Antonio  de’  Medici  (figlio  naturale  di  Francesco  I  e
                della sua seconda moglie Bianca Capello) e Paolo Giordano II

                Orsini (futuro patrono di Scheiner). Cristina sollevò il problema
                che  le  Scritture  rendevano  impossibile  il  moto  della  Terra.

                Castelli,  rispondendo,  cominciò  «a  far  da  teologo  con  tanta
                                                                                                ma
                riputazione e maestà, che […r]estava solo Madama Ser.  che
                mi  contradiceva,  ma  con  tal  maniera  che  io  giudicai  che  lo
                facesse  per  sentirmi».  Boscaglia  rimase  in  silenzio  e  Antonio

                de’  Medici  rassicurò  Castelli  circa  la  sua  buona  volontà  nei
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                confronti di Galileo. La storia sembrava avere un lieto fine .
                    Pensando  che  magari  il  suo  discepolo  potesse  essere
                nuovamente chiamato a difendere la fede, Galileo tratteggiò un
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