Page 299 - Galileo. Scienziato e umanista.
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scritte in latino si vanno convincendo che in quei libraccioni si
nascondano grandi novità di logica e di filosofia […] e cose
pure assai che trapassino in alto pure assai», cioè cose
enormemente importanti), non era che uno degli obbiettivi che
si proponeva Galileo scrivendo in volgare 199 .
Fu un bene anche che Scheiner non comprendesse la
prefazione che Cesi ritenne appropriato aggiungere alla Istoria
di Galileo: traspirava il fuoco della piccola banda di devoti e
impressionabili signori (Cesi, Stelluti e Angelo de Filiis, il
bibliotecario delle linci, autore della prefazione) ansiosi di
promuovere il proprio campione, Galileo, sopra tutti gli altri. Le
falci di Venere, i lobi di Saturno, le macchie del Sole, gli
strumenti per scoprire tutto questo e la capacità di interpretare le
osservazioni in modo corretto – tutto questo era stato «a lui solo
riservato». Era stato uno contro tutti: all’inizio incontrò smentite
e rifiuti, poi invidia e gelosia; lui e soltanto lui, guidato da Dio e
dalla natura, ebbe «l’eccellenza d’ingegno, la saldezza di
giudizio, la perspicacità del discorso, l’integrità di mente [e] la
nobiltà dell’animo» di aver portato alla luce queste novità, tutte
e tutto da solo 200 . E presentava la vicenda piú brevemente e in
termini piú moderati di quanto non avesse fatto de Filiis nella
bozza originale, la quale, come Galileo stesso si rese conto,
sarebbe risultata oltremodo sgradita 201 .
Galileo scelse Welser, fresco di nomina lincea nel 1612,
come destinatario dell’annuncio di una doppia meraviglia: un
nuovo prodotto dei cieli e un errore di Galileo, un’«inaspettata
meraviglia […] venut[a] ultimamente a perturbarmi» 202 .
Nonostante le assicurazioni di Galileo, infatti, le sorti di Saturno
erano cambiate drasticamente: era tornato nuovamente a essere
da solo. Dovrebbero forse rincuorarsi i nemici della ragione?
Galileo predisse che lo strano e inaspettato fenomeno sarebbe
scomparso dopo il solstizio d’inverno del 1614 (come
effettivamente accadde); e aggiunse che, non meno di quanto
facciano le fasi di Venere, esso «con ammirabil maniera