Page 296 - Galileo. Scienziato e umanista.
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che la natura poteva realizzare cose che la filosofia di Aristotele
                non avrebbe potuto nemmeno sognarsi                   189 . Galileo aiutò il Sole a

                muoversi con un po’ di fisica: proprio come un grave può stare
                in riposo o scorrere lungo un piano orizzontale (cioè un guscio

                sferico concentrico con la Terra), non provando alcun desiderio
                o ripugnanza nei confronti di un moto che non lo porta né verso

                il centro né lontano da esso, cosí il Sole, un corpo sferico, non

                ha alcuna ragione per preferire di restare fermo o di ruotare su
                sé  stesso   190 .  La  sfera  di  marmo  in  rotazione  su  sé  stessa  che

                Galileo aveva considerato nella meccanica che aveva svolto a
                Padova era diventata non la Terra, ma il Sole                  191 .

                    Galileo non specificò l’origine dell’impulso che aveva messo
                in  rotazione  il  Sole  su  sé  stesso:  ciò  che  contava  era  che  il

                mezzo in cui ruotava fosse sufficientemente fluido da consentire
                che il Sole continuasse a ruotare fino a che Dio non dissolvesse

                il  mondo.  Galileo  aveva  appena  dimostrato  che  l’acqua,  e  a
                fortiori  l’aria  e  il  mezzo  interplanetario,  non  offrivano  alcuna

                resistenza alla separazione. Ora non gli restava che dotare i cieli
                di questa fluidità malleabile per persuadere chiunque accettasse

                i  paradossi  del  Discorso  intorno  alle  cose  che  stanno  in  su
                l’acqua  del  fatto  che  il  Sole  possa  ruotare  su  sé  stesso  senza

                incontrare alcuna resistenza           192 .

                    Galileo non sostenne di essere stato il primo a dissolvere le
                sfere  solide  che  gli  studiosi  fedeli  ad  Aristotele,  come

                Cremonini,  invocavano  per  trasportare  i  pianeti  lungo  le  loro
                orbite.  Tycho,  che  come  al  solito  Galileo  non  nominò,  aveva

                reso i cieli fluidi perché potessero accogliere le comete che egli
                aveva  collocato  oltre  la  Luna,  e  le  orbite  del  Sole  e  di  Marte

                che,  in  base  al  sistema  planetario  da  lui  proposto,  avrebbero
                dovuto  intersecarsi.  Tycho  aveva  ragione:  la  filosofia

                peripatetica non era piú solida delle sfere celesti che descriveva
                –  o  cosí  almeno  Galileo  scrisse  trionfalmente  a  Cesi  il  12

                maggio,  poco  dopo  aver  iniziato  il  proprio  progetto  di
                mappatura  su  larga  scala  del  Sole:  «la  quale  novità  [cioè  le
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