Page 286 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 286

obiezioni  agli  accenni  che  Galileo  aveva  fatto  agli  atomi,
                sparate  da  un  solo  avversario,  Giorgio  Coresio                169 .  Nonostante

                fossero  insignificanti  nei  dettagli,  nel  loro  insieme  queste
                manovre  ebbero  tuttavia  la  conseguenza  di  aumentare  e  di

                irrigidire  l’opposizione  nei  confronti  di  Galileo  a  Firenze  e  a
                Pisa,  un’opposizione  che  stava  già  fiorendo,  cullata  dal  dolce

                calore della gelosia. La sua sinecura, profumatamente retribuita

                con i soldi dei fondi riservati all’Università di Pisa delle imposte
                riscosse  dalle  proprietà  ecclesiastiche,  suscitò  l’invidia  e  il

                risentimento di cortigiani, clerici e professori               170 . E il suo rifiuto
                altezzoso di fare il nome degli avversari nelle risposte (per far

                loro un favore, diceva), il fatto di mandare il proprio signore a
                confutare le loro obiezioni e la sua insistenza presuntuosa che la

                fisica dovesse essere ridotta alla matematica irritarono persino
                quanti erano inclini ad appoggiarlo. Il caso di Campanella può

                parlare per tutti: scrivendo dalle carceri di Napoli, rimproverava
                a  Galileo  di  aver  caricato  i  corpi  galleggianti  di  «molte

                propositioni  che  non  può  assicurarle  et  dir  che  fosser  vere,  e
                molte che non si ponno sostenere cosí facilmente; talché ha dato

                manica a’ nemici di negar tutte le cose celesti che V. S. ci addita
                […] O Dio, qualche peccato fu questo, per humiliar la immensa

                superbia  in  che  V.  S.  potea  sormontare,  scoprendo  a’  mortali

                tante gran cose tanto felicemente»              171 .


                    3.2. Macchie sul Sole.

                    Da buon catalizzatore della Repubblica delle Lettere, Welser

                amava mettere in contatto i propri amici con grandi uomini. Nel
                1611  inviò  a  Galileo  un  tentativo  di  Georg  Brengger  di

                abbassare  le  montagne  della  Luna:  il  tentativo  fu  accolto  con

                gentilezza, ma venne fermamente rifiutato                    172 . Nel gennaio del
                1612 Welser provò di nuovo, con uno sfidante ancora piú forte:

                questi  si  dava  il  nome  di  «Apelle»,  dall’artista  greco  che  si
                nascondeva  dietro  i  propri  dipinti  per  ascoltare  che  cosa  ne

                dicevano  gli  osservatori.  Per  rispondere  a  questo  cauto
   281   282   283   284   285   286   287   288   289   290   291