Page 275 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Demisiani,  era  stata  un’idea  felice            148 .  Undici  giorni  dopo  la
                festa, il 25 aprile 1611, Cesi fece del fenomeno una lince, il che

                gli consentiva di avere con sé, nella propria associazione, due
                grossi nomi, Galileo e Della Porta, entrambi i quali sostenevano

                di  aver  inventato  il  telescopio.  Dato  che  i  membri
                dell’Accademia di Cesi si incontravano molto raramente, i due

                potevano coesistere al suo interno senza che si fosse costretti a

                decidere chi dei due ne fosse stato effettivamente l’inventore                      149 .
                    Sebbene  Cesi  appoggiasse  un’ampia  gamma  di  interessi,

                come  si  addiceva  a  un  impresario  accademico,  riconosceva
                all’astronomia una speciale importanza. Seguiva e ammirava i

                lavori di Tycho e di Keplero; fu lui a richiamare l’attenzione di
                Galileo sull’importanza della Dioptrice di Keplero (1612), che

                presentò  al  mondo  la  teoria  alla  base  del  funzionamento  del
                telescopio e che diede a Keplero tanto piacere (cosí almeno lui

                pensava) quanto le scoperte annunciate nel Sidereus Nuncius ne
                diedero  a  Galileo        150 .  La  prima  pubblicazione  di  una  lince

                riguardò la nova del 1604: si trattò del lavoro di Eck, che in quel
                momento  si  trovava  a  Praga,  dove  subiva  malvolentieri  la

                compagnia  intellettuale  dell’entourage  di  Keplero.  Era
                d’accordo con loro che la nova fosse da collocarsi al di sopra

                della  Luna,  ma  non  che  i  cieli  potessero  mutare,  se  non  per

                volere  speciale  di  Dio;  e  infarcí  il  proprio  breve  saggio  di
                commenti  malevoli  sugli  eretici  antiperipatetici  tra  cui  aveva

                avuto  la  sfortuna  di  capitare.  Dato  che  Cesi  voleva  instaurare
                dei  contatti  con  Keplero  e  riteneva  che  i  cieli  potessero

                effettivamente mutare, eliminò i commenti al vetriolo di Eck e
                modificò  il  testo  in  favore  di  una  visione  piú  progressiva

                dell’astronomia       151 .  Cesi  scrisse  piú  tardi  a  Galileo  di
                condividere  le  idee  di  Tycho  e  di  Keplero  –  la  fluidità  e

                l’alterabilità  dei  cieli  –  attaccate  da  Eck,  e  che  da  allora  era
                arrivato  ad  accettare  le  orbite  ellittiche  che  Keplero  aveva

                introdotto nel 1609         152 . In questo era piú avanti del suo nuovo
                accademico fiorentino.
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