Page 273 - Galileo. Scienziato e umanista.
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proprie vacanze romane, compreso Paolo V, che lo ricevette con
                gli onori dovuti a un intellettuale che aveva avuto la saggezza di

                lasciare  Venezia  per  Firenze             143 .  Nel  salotto  di  Margherita
                Sarrocchi fece la conoscenza anche di molti altri sostenitori                        144 :

                il piú importante, per il futuro di Galileo e in effetti per la storia
                della  cultura  e  per  la  storia  della  scienza  italiane,  fu  il  suo

                incontro con Federico Cesi (tav. 16), un principe che godeva del

                favore del papa. Quando aveva solo 18 anni, Cesi ebbe l’idea
                straordinaria di costituire un’associazione di intellettuali che, in

                base al suo statuto del 1605, avrebbe studiato le scienze naturali
                e la matematica, coltivato la conoscenza e pubblicato le proprie

                scoperte. Dato che lui stesso non aveva alcuna statura scientifica
                e non conosceva neppure qualcuno che ne avesse una, le prime

                «linci» di Cesi – cosí egli chiamava i propri accademici (e in
                questo  libro  li  chiameremo  così  anche  noi)  –  furono  animali

                strani. A parte Cesi stesso, il gruppo iniziale era costituito da
                altri due giovani nobili e da un medico olandese che Cesi aveva

                fatto  liberare  dalla  prigione  in  cui  stava  marcendo  per  aver
                ucciso un farmacista. La cerimonia durante la quale Cesi iniziò i

                primi tre membri della propria confraternita rende molto bene il
                senso  cristiano  e  cavalleresco  che  Cesi  volle  imprimere  al

                proprio  Ordine.  Il  giorno  di  Natale  del  1603,  vestito  con  una

                toga lunga fino ai piedi, chiamò a uno a uno i confratelli, lesse a
                ognuno  le  regole,  li  fece  giurare  obbedienza  agli  altri  e  diede

                loro  una  catena  d’oro  con  l’immagine  della  lince.  Il  medico
                assassino  Johannes  van  Heeck  (Eck)  intese  il  rapporto  che

                legava  i  confratelli  al  fondatore  come  quello  che  lega  un
                vassallo al proprio padrone: «Siamo pur noi […] fratelli, ma voi

                siate o signore il principe nostro»; «A noi s’appartenga l’amore
                [per  voi]»,  dichiarò  Francesco  Stelluti,  il  piú  fedele  e

                competente del gruppo originale, «a voi l’impero al qual siete
                nato, ed a cui foste destinato dal cielo»             145 .

                    Il padre di Cesi, Federico, marchese di Monticello, duca di
                Acquasparta, si allarmò di fronte al coinvolgimento del figlio in
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