Page 270 - Galileo. Scienziato e umanista.
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distinzione capitale su cui si imperniava il cosmo aristotelico,
                era  fin  troppo  ovvio.  Il  formaggio  fresco  degli  antichi  era

                diventato una patata bollente per i moderni – o, per migliorare la
                metafora,  le  montagne  di  Galileo  erano  dei  mostri  filosofici,

                oltre che fisici. A dispetto della crescente impazienza di Galileo,
                i matematici della Compagnia di Gesú su cui lui aveva contato

                si  rifiutarono  di  abbracciare  l’interpretazione  della  superficie

                lunare  che  Galileo  o  chiunque  altro  offriva               134 .  I  filosofi  del
                Collegio  Romano  non  si  tirarono  tuttavia  indietro:  nel  1612

                Girolamo  Piccolomini,  il  professore  di  fisica  le  cui  idee
                cosmologiche  si  allontanavano  poco  da  quelle  dei  suoi

                predecessori  della  generazione  precedente,  disse  ai  propri
                studenti  che  le  caratteristiche  mostrate  dalla  Luna  erano

                probabilmente  dovute  alle  ombre  di  parti  piú  rarefatte  che  si
                trovavano vicino a parti piú dense, massicciamente illuminate,

                «come vediamo accadere in piccole sfere di ambra o di cristallo
                che  sembrano  macchiate  perché  non  uniformemente  dense  e

                lucide»    135 . L’idea che le macchie viste da Galileo si trovassero
                all’interno  di  una  Luna  sferica,  opalescente  o  trasparente  non

                era  difficile  da  trovare.  Venne  anche  a  Ludovico  Delle
                Colombe.

                    Galileo  fece  buon  uso  dell’argomento  in  una  lunga  lettera,

                certamente destinata alla pubblicazione, diretta al factotum del
                cardinal  Joyeuse,  Gallanzone  Gallanzoni.  Che  cos’ha  di  tanto

                speciale la sfericità? Un uomo non sarebbe piú perfetto se fosse
                sferico,  né  lo  sarebbe  la  Terra,  dato  che  Dio  aveva  avuto

                l’opportunità  di  farla  cosí,  rotonda  e  liscia,  al  momento  della
                creazione e poi ancora dopo il diluvio, ma aveva deciso che si

                sarebbe adattata meglio alle forme di vita non sferiche che la
                abitano se fosse stata ruvida e frastagliata               136 . Potete prendere la

                Terra  insieme  alla  sua  atmosfera  e  considerarle  una  sfera
                perfetta, o credere in montagne lunari invisibili alte migliaia di

                miglia  –  ma  cosí  facendo,  proseguiva  Galileo,  non  fareste
                astronomia,  che  non  è  un  gioco  dell’immaginazione  ma  una
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