Page 267 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Clavio si procurò un telescopio da un cardinale per controllare
                di persona quanto contenuto nel Sidereus Nuncius.  Per  allora,

                nell’autunno del 1610, il mondo si era liberato del monopolio
                ottico di Galileo: in settembre Antonio Santini, un mercante di

                Venezia,  era  riuscito  a  vedere  le  stelle  medicee  grazie  a  un
                telescopio  che  lui  stesso  aveva  costruito;  e  non  trovando

                difficile  realizzarne  uno,  ne  dedusse  che  gli  oppositori  di

                Galileo  fossero  o  incompetenti  oppure  ostinati.  In  ottobre
                comunicò a Clavio questa sua intuizione, dandogli anche alcune

                lenti;  e  il  4  dicembre  poté  riferire  a  Galileo  che  i  Clavisi
                avevano visto le stelle medicee             124 . Nel frattempo Galileo aveva

                iniziato a lavorare sui gesuiti che aveva a portata di mano: tutti
                quelli che si trovavano a Firenze e molti di quelli che passavano

                di lí ebbero l’opportunità di osservare le stelline di cui tanto si
                parlava sotto la guida del loro stesso scopritore                125 .

                    Il gruppo di Clavio, che comprendeva Grienberger e Odo van
                Maelcote, non aveva trovato semplice effettuare le osservazioni,

                nemmeno con un buon telescopio: «In vero questo instrumento
                sarebbe  di  valore  inestimabile,  se  non  fosse  cosí  fastidioso  in

                adoprarlo»     126 . Galileo rassicurò Clavio: tutto ciò di cui lui e il
                suo  gruppo  avevano  bisogno  era  un  po’  di  pratica;  si  vantò

                anche con altri che, finalmente, i gesuiti avevano riconosciuto la

                verità, «et confessati»        127 . Felice della notizia, Cosimo appoggiò
                con  entusiasmo  il  progetto  galileiano  di  un  viaggio  a  Roma.

                L’avrebbe fatto con stile: il granduca mise a disposizione una
                lettiga, pagò le spese a Galileo e a un servitore, e mise a loro

                disposizione  delle  stanze  presso  la  principale  residenza  dei
                Medici a Roma. Una malattia e il cattivo tempo impedirono a

                Galileo di partire fino alla primavera; arrivò a Roma il 29 marzo
                1611, martedí santo, portando con sé una lettera di Cosimo che

                chiedeva  al  cardinale  Del  Monte  di  adoperarsi  in  favore
                dell’impresa di Galileo, «per la lode di lui, nato Fiorentino, et

                per la publica utilità et per la gloria della nostra età»               128 .
                    Il  giorno  dopo  il  suo  arrivo  Galileo  fece  visita  al  Collegio
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