Page 262 - Galileo. Scienziato e umanista.
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decifrare il messaggio dieci o quindici volte. Galileo ne forní la
decodifica intorno alla fine di dicembre 108 .
Con la sua deformità Saturno fece meraviglie per gli
astronomi: spaventato da esso, l’imperatore Rodolfo ordinò al
proprio matematico, Keplero, di dargli un’occhiata; gli diede
200 scudi per il disturbo e promise di pagare gli arretrati sul suo
stipendio, che in quel momento ammontavano a molte migliaia
di scudi. Rodolfo promise anche di saldare i conti con Magini,
cui doveva dei soldi per uno specchio ustorio. (Sia Keplero sia
Magini avevano pensato di migliorare la propria condizione
economica facendo domanda per la cattedra che era stata di
Galileo a Padova). Ma Saturno dai tre corpi sistemò anche una
terza questione, che certo stava piú a cuore a Galileo dei salari
dei propri colleghi: Horky gettò la spugna; avrebbe dato due
libbre di sangue, disse (senza specificare di chi) per non aver
scritto contro un uomo che era capace di trarre tali meraviglie
dal cielo 109 .
Ma Galileo non rimase a lungo a guardare Saturno. Nel
giugno del 1610 Venere faceva la sua comparsa nel cielo
notturno, dopo aver lasciato il bagno di raggi solari. Aveva un
grande segreto da rivelare: in base a entrambi i sistemi,
tolemaico e copernicano, Venere doveva infatti presentare delle
fasi; a occhio nudo, tuttavia, essa sembra conservare intatta la
propria luminosità. Copernico aveva sottolineato l’importanza
del fatto che Venere non presentasse delle fasi, e come
sappiamo Keplero aveva ipotizzato che Venere brillasse di luce
propria per giustificare l’intensità costante della sua
brillantezza 110 . Una risposta migliore al problema poteva avere
un peso decisivo: se il telescopio fosse stato in grado di separare
gli effetti della distanza e della fase, che tendevano a
controbilanciarsi, avrebbe potuto indicare se Venere girasse
intorno al Sole oppure passasse tutto il proprio tempo al di sopra
o al di sotto del Sole, come voleva quello tolemaico. Nel