Page 259 - Galileo. Scienziato e umanista.
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secolo tanto felice, c’ha prodotto nel mondo personaggio di cosí
                rare virtú e singolar dottrina qual è V. S., in cui ha voluto Iddio

                non solamente unir tutti que’ doni che per adietro have sparsi ne

                gli altri huomini, ma riserbarlo etiandio, con nuovo e non piú
                inteso modo, allo scovrimento de’ nuovi cieli, e fattolo di loro

                nuovo Atlante; e […] l’ha condotto per vie non piú calcate da
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                intelletto humano, quasi novello Colombo!» .
                    Il  confronto  tra  Galileo  e  Colombo  divenne  un  tema
                ricorrente. L’Italia poteva ora vantarsi di avere «chi harà trovato

                nuova  terra  e  nuova  parte  del  cielo».  Soltanto  l’Italia  poteva
                produrre  un  Colombo  del  cosmo:  quei  barbari  degli  olandesi

                non avrebbero mai potuto farlo. Thomas Segeth: «[Colombo] ci
                ha dato terre con ampio spargimento di sangue | Galileo stelle,

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                senza danno alcuno. Chi dei due è il piú grande?» . Ci poteva
                forse essere dubbio? È quella di Galileo l’impresa piú grande,

                «quanto  i  cieli  sono  piú  nobili  della  Terra».  Piú  grande  di
                Colombo, piú grande di Tifi (il timoniere scelto da Atena per

                guidare Giasone al Vello d’Oro) è il navigatore celeste: «Ma tu,
                maggior  del  primo  e  del  secondo,  |  I  campi  inaccessibili  e

                remoti | Gisti a spiar dello stellato mondo. | Et internato in que’
                recessi ignoti, | Trovar sapesti entro il suo sen profondo | Novi

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                orbi, novi lumi, novi moti» .
                    Ma  questa  è  roba  monotona;  concediamoci  un  po’  di
                entusiasmo. Ilario Altobello: Galileo ha eclissato la gloria degli

                antichi astronomi, di Ipparco, Tolomeo, Copernico, gli egizi, i
                caldei. Keplero: lo stesso nome di Galileo implica cose divine,

                profetiche.  Non  venne  forse  chiesto,  agli  apostoli  di  Cristo,
                «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?»; si erano

                fermati  a  guardare  il  loro  Signore  ascendere  ai  cieli  prima  di
                dedicarsi  a  diffondere  il  Vangelo;  e  poco  dopo  che  si  erano

                messi al lavoro avevano trasformato tutti coloro che parlavano
                di  cose  piú  alte  in  uomini  della  Galilea.  Dom  Castelli,  la

                versione moderna del principale apostolo dell’uomo di Galilea,
                lesse il nuovo e breve Vangelo, il Sidereus Nuncius, dieci volte,
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