Page 264 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Figura 5.5.
Le fasi di Venere in base al sistema tolemaico (a) e a quello copernicano (b); da
Galileo, Sidereus Nuncius (1610).
La coincidenza dei tempi fra la lettera di Castelli del 5
dicembre, in cui si richiama l’attenzione sul fatto che
l’individuazione delle fasi corrette «servirà […] per convincere
qualsivoglia ostinato ingegno contro Copernico», e la lettera
inviata da Galileo a Praga l’11 dicembre, contenente la scoperta
cifrata, ha suscitato piú di un sospetto tra gli studiosi attenti a
uno sviluppo cronologico preciso 113 . L’interesse di questi
sospetti non risiede nel fatto che essi riguardino non l’accusa
che Galileo avrebbe presentato l’idea di Castelli come fosse
propria: sappiamo che spesso egli arrivò a considerare come
proprie idee che lui aveva solo sviluppato e arricchito (è il caso
del compasso, del telescopio, del pulsilogio; e anche
dell’appropriazione di idee e osservazioni provenienti da Del
Monte, da Sarpi e dagli altri membri del gruppo veneziano di
osservazione con il telescopio) 114 . Il loro interesse sta invece nel
problema di capire per quale motivo, se non aveva iniziato uno