Page 266 - Galileo. Scienziato e umanista.
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montagne  della  Luna:  sembrava  cosí  brillante  e  rotonda!
                Nessuno  degli  otto  tentativi  di  Keplero  di  decifrare

                l’anagramma che finiva in «oy» («vedi in quale angoscia mi ha
                gettato  la  tua  reticenza»)  faceva  riferimento  a  Venere                    120 .  A

                Venezia e a Padova, dove i fedeli galileiani si erano scervellati
                per  risolvere  l’enigma,  l’annuncio  venne  accolto  con

                soddisfazione mista a stupore: il maestro c’era riuscito un’altra

                volta  121 . Magini, convinto che non fosse consigliabile dubitare
                delle affermazioni di Galileo, inviò le congratulazioni da parte

                del gruppo bolognese; un veterano del mestiere, Mark Welser,
                illustre banchiere di Augusta vicino ai gesuiti, che aveva passato

                lungo tempo in Italia e che avrebbe successivamente giocato un
                ruolo importante nel far circolare le idee di Galileo, accolse con

                favore  la  scoperta  delle  fasi,  ma  non  comprese  perché  se  ne
                potesse  concludere  che  Venere  ruoti  attorno  al  Sole                    122 .  Per

                mostrare  in  che  modo  le  fasi  di  Venere  differissero  da  quelle
                che  ci  si  sarebbe  aspettate  nel  sistema  tolemaico  Galileo

                avrebbe  dovuto  adottare  esplicitamente  il  sistema  di  Tycho  o
                quello di Copernico – e non era preparato ancora a farlo, almeno

                finché i gesuiti se ne stavano in disparte.



                    2.2. Vacanze romane.

                    Nella sua nuova corrispondenza con Clavio Galileo espresse
                l’intenzione di visitare Roma, per mostrare le stelle medicee agli

                astronomi del Collegio Romano. Cigoli lo invitò a farlo presto,
                dato  che  i  gesuiti,  senza  aiuto,  non  riuscivano  piú  a

                raccapezzarsi  con  quanto  avveniva  nei  cieli,  e  Clavio  stesso
                pensava che i medicea sidera fossero una bufala                       123 . Christoph

                Grienberger, che di lí a poco avrebbe preso il posto di Clavio,

                considerava  i  compagni  di  Giove  e  le  fasi  di  Venere  delle
                illusioni ottiche, e riteneva che le montagne della Luna fossero

                del  tutto  immaginarie.  Successivamente  un  loro  collega,
                Giovanni Paolo Bembo, costruí un telescopio con cui riuscí a

                osservare  le  stelle  di  Orione  e  le  Pleiadi,  e  alla  fine  lo  stesso
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