Page 274 - Galileo. Scienziato e umanista.
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una banda omoerotica incline al misticismo e al melodramma,
organizzato come un ordine religioso e pericolosamente vicino
all’eresia 146 . Mise velocemente la parola fine alla cosa: Eck
vagabondò fino a Praga, Cesi riparò velocemente a Napoli per
studiare i misteri sotto la guida di Della Porta. I due andarono
d’accordo, in quanto ognuno sapeva come sfruttare l’amicizia
dell’altro: Cesi aveva bisogno del prestigio che l’associazione
con un luminare di quella statura gli avrebbe portato, e Della
Porta ritenne promettente frequentare l’erede di un grande titolo
e di una grande fortuna. Cesi imparò molti «segreti» da riferire
alla propria piccola banda e Della Porta si impose come suo
consulente primario. Nel 1610 Cesi riuscí a ridare vita alle
proprie linci, ormai quasi estinte. Delle quattro iniziali, ne erano
sopravvissute tre: lo stesso Cesi, Eck (che aveva fatto ritorno a
Roma) e Stelluti. In luglio Cesi rese Della Porta una lince:
questi divenne infine vicepresidente del gruppo e capo di una
tana satellite a Napoli. Stelluti diventò direttore generale della
sede di Roma. Ma anche Cesi fece carriera: nel 1610 non era
che un marchese, nel 1613, grazie a una nomina speciale di
Paolo V, divenne principe di Sant’Angelo e San Polo,
prendendo il nome da due villaggi che facevano parte delle sue
proprietà 147 .
Quando incontrò Galileo a Roma, nella primavera del 1611,
Cesi era pronto a catturare il fenomeno del momento. La loro
collaborazione iniziò con una cena che Cesi offrí per una
dozzina di altri ospiti in una villa in cima al Gianicolo, da cui
era possibile vedere molti edifici importanti della città. La festa
iniziò prima del tramonto per consentire ai partecipanti di
leggere le lettere delle iscrizioni sulla lontana facciata di San
Giovanni in Laterano grazie al telescopio di Galileo. Dopo cena
tutti cercarono di vedere le lune di Giove, ma non sempre ci
riuscirono. I partecipanti si trovarono però d’accordo che dare
allo strumento di Galileo il nome di «telescopio», come aveva
proposto il matematico del cardinale Gonzaga, Giovanni