Page 231 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 231

magnificamente ornato di piume e un mantello d’oro lungo fino
                a terra. Tra fuochi d’artificio e dragoni Cosimo, che poteva a

                fatica  muoversi  sotto  quel  peso,  riuscí  a  prendere  il  vello  e  a
                portarlo  in  dono  alla  moglie.  Cosa  poi  certamente  piú  utile,

                donò denaro a 200 ragazze povere, cosí che potessero farsi una
                      13
                dote .
                    La  grande  festa  fu  troppo  per  Ferdinando,  che  dovette  poi

                mettersi a letto. Si sarebbe ripreso? Per una risposta attendibile
                bisognava dare un’occhiata alla sua genitura. Cristina chiese a

                Galileo di calcolare quale delle due date in cui si pensava fosse
                nato  Ferdinando  fosse  quella  corretta.  Lui  le  fece  la  cortesia:

                «mi par assai piú conforme alle regole il credere che S. A. S.
                nascesse li 30 di Luglio del 1549, che li 19 di Luglio del 1548».

                Ferdinando  non  avrebbe  affrontato  il  proprio  «anno
                climaterico» per qualche tempo, e quindi la sua attuale malattia

                                                                                                14
                non sarebbe stata fatale. Ciononostante, Ferdinando morí . Per
                quanto  in  errore,  l’astrologo  non  perse  tempo  e  offrí

                immediatamente  le  proprie  condoglianze  e  congratulazioni,
                dichiarandosi subito suo «Devotissimo et Humilissimo Servo et

                Vassallo».
                    Ma il vassallo non era cosí umile da nascondere quello che

                voleva  dal  proprio  signore:  «havendo  hormai  travagliato  20

                anni, et i migliori della mia età, in dispensare, come si dice, a
                minuto,  alle  richieste  di  ogn’uno,  quel  poco  di  talento  che  da

                Dio  et  da  le  mie  fatiche  mi  è  stato  conceduto  nella  mia
                professione»,  Galileo  aveva  ora  bisogno  di  tempo  libero  e  di

                tranquillità per portare a termine tre importanti lavori che aveva
                per le mani. Non avrebbe voluto lasciare Padova, ma «con tutto

                ciò  né  anco  la  libertà  che  ho  qui  mi  basta,  bisognandomi  a
                richiesta di questo e di quello consumar diverse hore del giorno,

                et bene spesso le migliori. Ottenere da una Repubblica, benché
                splendida et generosa, stipendii senza servire al publico, non si

                costuma, perché per cavar utile dal publico bisogna satisfare al
                publico, et non ad un solo particolare; et mentre io sono potente
   226   227   228   229   230   231   232   233   234   235   236