Page 228 - Galileo. Scienziato e umanista.
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essendo molto desideroso di un poco di quiete, sí per
mantenimento della sua vita come per condurre a fine alcune
sue opere, né gli mancando altro, per adempire la sua virtuosa
ambizione, che di pervenire a quei titoli et gradi a i quali altri
della sua professione è arrivato, li quali non gli possono se non
da qualche Principe assoluto esser donati; per tanto io stimo che
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egli molto volentieri servirebbe l’A. V. S. » .
Ferdinando aveva bisogno di un medico. Al progredire della
malattia, Cristina si prese carico di tutto ciò che poteva, incluso
Galileo che nella primavera del 1608, durante un attacco di
febbre e di malinconia, le diede occasione di saggiare la sua
ambizione e la sua vanità: Galileo aveva pensato di trascorrere
l’estate a Pratolino, e quando invece ricevette l’invito a risiedere
a Firenze, lo rifiutò. La prese come una mancanza di rispetto e
si rifiutò di andare del tutto, «non essendo sotto la potestà mia
cosa alcuna, la quale io volentieri non spenda per servire al mio
Principe, dico sino al dispendio della vita stessa», scrisse
Galileo al segretario di Stato di Toscana, Belisario Vinta; ma
dato che non aveva nulla da fare a Firenze, non sarebbe andato.
Cristina capí: «Scrivi al Galilei che essendo egli il primo et il
piú pregiato matematico della Christianità, che il Granduca et
Noi desideriamo che questa estate venga qua, ancorché gli sia
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per esser d’incomodo, per esercitare il S. Principe nostro
figliuolo in dette matematiche, che tanto se ne diletta». Galileo
partí per la Toscana non appena il medico e la salute gli
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consentirono di affrontare il viaggio .
Quell’anno la scuola estiva aveva un nuovo arrivato,
Giovanni Ciampoli, caro e intelligente amico del principe.
Come Galileo, anche Ciampoli veniva da una vecchia e povera
famiglia fiorentina, e aveva ottenuto l’ingresso nell’alta società
grazie all’abilità che aveva nell’usare le parole, in modo sicuro
e sprezzante. Componeva versi naturalmente, aiutato da una
memoria in grado di ritenere una predica nel momento stesso in
cui l’ascoltava. Tra i suoi influenti patroni c’erano Strozzi, che