Page 223 - Galileo. Scienziato e umanista.
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medesimo tempo. Mi sorprendo spesso a scoprire come l’arte
anticipi la natura. A pensarci, il vecchio Cesalpino era solito
sottolineare come la pioggia possa essere deviata violentemente
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dal vento mentre sta cadendo con un moto naturale . E il mio
predecessore Moletti lo aveva calcolato, come ho potuto vedere
dai suoi manoscritti. Il concetto di disturbo reciproco o di lotta
si trova tra gli appunti scartati, insieme alla levità positiva e
all’impulso che si esaurisce.
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Alessandro: Ora capisco come ricavare la regola del t e il
principio su cui si basa, v t. Gli spazi orizzontali 2k, 4k… sono
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proporzionali a t, mentre quelli verticali pk , 4pk … sono, di
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conseguenza, proporzionali a t . E da v t, raggiunto finalmente
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con l’aiuto dell’artiglieria pesante, s t implica che v √s. Il
fatto che la velocità di caduta sia proporzionale alla radice
quadrata della distanza di caduta non si adatta bene
all’intuizione di molta gente.
Galileo: Questa è la ragione principale per cui occorre
matematizzare la fisica: per correggere le convinzioni fuorvianti
che traiamo dall’esperienza di tutti i giorni.
Alessandro: E quale sarà, adesso, il tuo prossimo passo?
Galileo: Ti ricordi che eravamo d’accordo che la geometria
di Copernico per il sistema solare fosse piú plausibile delle sue
rivali? Da allora mi sono convinto che egli ha quasi certamente
ragione e che, di conseguenza, non può essere corretta alcuna
teoria del moto basata sulla gravità verso il centro dell’universo
– con l’unica eccezione di quella mia fissazione circa la
creazione dell’universo.
Alessandro: Mi sembra strano da parte tua. Di che si tratta?
Galileo: È un’idea che mi è venuta mentre sfogliavo il
Mysterium cosmographicum di Keplero: tutti i pianeti sono
caduti dal punto in cui furono creati, che è unico e uguale per
tutti, fino a quando non hanno raggiunto la velocità che
osserviamo hanno ancora oggi. Ho controllato questa idea